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Si è recentemente tenuta a Roma una manifestazione di protesta contro il disegno di legge Zan – Scalfarotto sull’omotransfobia. Ne parliamo con il portavoce dell’associazione Pro Vita e Famiglia, Jacopo Coghe.

Coghe, qual era lo scopo della manifestazione?

” Cercare di stoppare una legge che è liberticida  e lo hanno detto anche i vescovi italiani e alcuni autorevoli costituzionalisti. Questa legge mette a rischio la libertà di espressione del pensiero, di manifestazione, di insegnamento, educazione. Un testo infame”.

Chi sono stati i promotori?

“I movimenti pro family, quelli del Family Day, le Sentinelle in piedi e tutti coloro che vorranno liberamente venire . Siamo molto preoccupati e faremo il possibile affinchè non sia approvata. In poche parole, se io dico che il bambino ha bisogno di un padre uomo e mamma donna, rischio di commettere un reato, dire di no all’ utero in affitto mi causerà problemi. Del resto situazioni simili sono già avvenute in altre parti del mondo, penso agli Usa dove un pasticcere  americano che si era rifiutato di guarnire una torta gay friendly è stato incriminato”.

Chi c’è dietro quella legge?

” Una influente e potente lobby e lo vediamo da fatto che, pur con tante reali urgenze, si è lavorato per questa  legge anche durante il periodo di chiusura. Risponde ad un’ agenda precisa che poco alla volta ci vuol fare arrivare al gender e all’ utero in affitto. Noi diciamo basta”.

Al Family Day, rivolto a Renzi, venne esibito il famoso striscione ” Ce ne ricorderemo”. Farete cosa analoga con Conte?

“Questa legge è la punta di un iceberg, anche se la maggioranza degli italiani è contraria.  Ci auguriamo che , Conte ci ripensi e torni sui suoi passi. Darebbe segno di intelligenza politica. La nostra è stata una manifestazione politica, ma nel senso puro del termine, cioè non di partito.”

Bruno Volpe

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