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“La messa è sacramentale, rivendichiamo il diritto a celebrare col popolo”: lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il polacco sacerdote professor Andrzej

” La messa è sacramentale, rivendichiamo il diritto a celebrare col popolo”: lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il polacco sacerdote professor Andrzej Wodka, Presidente Avepro.

Professor Wodka, per oltre un mese celebrazioni senza popolo, ma in tv e streaming. Probabilmente le cose cambiano con cautele il 4 Maggio. Che ne pensa?

“Lo streaming è sicuramente utile come lo sono  le tecnologie nelle circostanze di emergenza. Però la cibernetica assicura la visione, ma non il contatto fisico, la presenza reale. Nella messa, vista la sua natura, è essenziale il contatto fisico, certamente tenendo conto delle circostanze di salute limitando le possibilità di contagio. In poche parole io, prete, devo avere cura delle anime, ma non posso trascurare la salute della gente”.

Lo streaming?

“Ho detto che è utile, però non possiamo ridurre la messa a questo, visto che  ha natura sacramentale. Il Papa ha ragione, lo ha detto  e rivendichiamo il diritto a farlo, sia pur con le debite cautele”.

Felice se si torna alla messa col popolo?

“Certo, anche se nutro qualche timore. In sintesi mi domando se  tutti quelli che adesso invocano le messe con la gente davvero riempiranno le chiese. Prima della sosta dico con rammarico che, proprio a Roma, le messe non erano molto piene. Nella mia Polonia quando si è limitata la presenza a cinque persone è capitato che neppure vi andassero quelle e i preti hanno dovuto invitare la gente da fuori”.

Che cosa significa?

“Che probabilmente a livello di catechesi e di evangelizzazione abbiamo sbagliato qualcosa. Spero che questa crisi possa diventare salutare, tornando con prontezza alla vita sacramentale. Come le dicevo noi preti abbiamo forse fallito a livello di catechesi  e si è rischiato di danneggiare il deposito della fede”.

L’ Europa è  ancora cristiana?

“No. Non lo è nella misura in cui sentiamo sempre più spesso quella espressione ‘secondo me’ che è indice di relativismo e rifiuto della verità. E’ un’ Europa che anche a livello culturale e morale ha voltato le spalle al Magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. In questa direzione va  il declino della morale cattolica con la liberalizzazione per legge di pratiche disordinate e contro la legge naturale, contro la sacralità della vita”.

Bruno Volpe

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