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Statua_Madonna_Uruguay_TihaljinaA Pannarano, in provincia di Benevento, è stata ricordato il ventennale della lacrimazione di una statua di Maria Santissima. Il 5 giugno del 1996 la statua, durante una peregrinatio per la case di Pannarano, lacrimò sangue. Allora il parroco era don Alfonso Lapati, molto scettico su questo tipo di fenomeni che, spesso, possono essere causati da psicosi. Quella sera, quindi, non volle recarsi in quell’abitazione di via Campitiello dove era avvenuto il fenomeno.

La padrona di casa, dopo poco, pulì pure il volto della statua. Ma, il mattino dopo, trovarono di nuovo gli occhi rigati di sangue. Visto che in paese, si gridava al miracolo, il sacerdote, all’epoca giovanissimo, prese il coraggio a due mani e, dopo aver informato l’arcivescovo di Benevento, che allora era monsignor Serafino Sprovieri, chiese l’intervento della polizia scientifica del capoluogo sannita. La statua fu portata a Roma, dove si stabilì scientificamente, che si trattava di sangue e di sangue di una donna.

Al suo ritorno dalla capitale, l’arcivescovo fece trasportare le statua nella sua cappella privata, dove la tenne per ben tre mesi. Al termine di questo lungo periodo, permise che fosse trasportata presso la chiesa principale di Pannarano e potesse essere venerata. Non fu certificato il miracolo, ma fu attestato che non si trattava di qualche trucco e qualcosa quel cinque di giugno era, effettivamente, avvenuto.

Dopo qualche tempo, padre Stefano Melara, un sacerdote Paolino, ora deceduto ed in odore di santità, definì quella statua “Maria Santissima della Riparazione”, perchè la Madonna, piangendo, riparava i torti degli esseri umani. A venti anni esatti da quell’evento, a Pannarano è stata celebrata una messa con conseguente fiaccolata. Nell’occasione, è stato anche presentato il libro di Annamaria Gargiulo “Maria mia misericordia”.

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