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La Fede Quotidiana ospita il breve commento del giovane teologo Matteo Orlando* alle liturgie (Liturgia delle Ore e Liturgia della Parola) di oggi.

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Nella liturgia di oggi, 7 Marzo 2018, mercoledì della III settimana di Quaresima, la Chiesa ci ricorda che Dio ha consegnato a Mosè la legge scritta e l’ha impressa nel nostro cuore con il dono dello Spirito Santo. Il Vangelo (Mt 5,17-19) specifica che Nostro Signore Gesù Cristo non ha abolito le leggi date da Dio a Mosè. Anzi Gesù rilancia dicendo che chi insegnerà e osserverà i precetti sarà considerato grande nel regno dei cieli mentre chi «trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli».

Di fronte alla seduzione del male sempre presente ed operante, siamo chiamati a porci con coraggio davanti alla legge di Dio che ci responsabilizza e qualifica come suo popolo.

In primis, la Chiesa dovrebbe annunciare sempre con fedeltà e coraggio ogni contenuto del messaggio del Vangelo.

Poi la classe politica che dovrebbe produrre leggi che rispecchino sempre il meraviglioso ordine che Dio ha posto nel mondo, e contribuiscano all’armonia e alla pace.

Quindi tutti noi battezzati, che dovremmo trovare il coraggio di disapprovare e di non servirci delle leggi umane contrarie ai principi evangelici del rispetto per la vita e del valore della famiglia.

In famiglia, padri e madri dovrebbero cercare di tramandare ai figli, con la parola e l’esempio, la legge di Dio con lo stesso amore con cui hanno dato loro la vita.

Infine, in ogni singola anima, l’amore diffuso dallo Spirito Santo dovrebbe diventare l’ultima e suprema norma del comportamento di ogni giorno.

Il santo vescovo Teofilo di Antiochia nel suo «Libro I ad Autolico» spiega che «quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, l’armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è, quanto eccede nelle sue componenti e quanto ne è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci. Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli occhi dell’anima in ordine alla vista di Dio. Dio, infatti, viene visto da coloro che lo possono vedere cioè da quelli che hanno gli occhi. Ma alcuni li hanno annebbiati e non vedono la luce del sole. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla. Giustamente perciò essi attribuiscono la loro oscurità a se stessi e ai loro occhi. Tu hai gli occhi della tua anima annebbiati per i tuoi peccati e le tue cattive azioni. Come uno specchio risplendente, così deve essere pura l’anima dell’uomo. Quando invece lo specchio si deteriora, il viso dell’uomo non può più essere visto in esso. Allo stesso modo quando il peccato ha preso possesso dell’uomo, egli non può più vedere Dio. Mostra dunque te stesso. Fa’ vedere se per caso non sei operatore di cose indegne, ladro, calunniatore, iracondo, invidioso, superbo, avaro, arrogante con i tuoi genitori. Dio non si mostra a coloro che operano tali cose, se prima non si siano purificati da ogni macchia. Queste cose ti ottenebrano, come se le tue pupille avessero un diaframma che impedisse loro di fissarsi sul sole. Ma se vuoi, puoi essere guarito. Affidati al medico ed egli opererà gli occhi della tua anima e del tuo cuore. Chi è questo medico? È Dio, il quale per mezzo del Verbo e della sapienza guarisce e dà la vita. […] Se capisci queste cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio. Ma prima di tutto vadano innanzi nel tuo cuore la fede e il timore di Dio e allora comprenderai tutto questo. Quando avrai deposto la tua mortalità e ti sarai rivestito dell’immortalità, allora vedrai Dio secondo i tuoi meriti. Egli infatti fa risuscitare insieme con l’anima anche la tua carne, rendendola immortale e allora, se ora credi in lui, divenuto immortale, vedrai l’Immortale».

Come hanno fatto i beati (Leonid Fedorov, Enrico d’Austria, Giuseppe Olallo Valdes, Luca Sy, Maisam Pho Inpèng, María Antonia De Paz Y Figueroa, Giovanni Larke, Giovanni Ireland e Germano Gardiner) e i santi (Perpetua e Felicita, Basilio, Eugenio, Agatodoro, Elpidio, Etereo, Capitone ed Efrem, Saturo, Saturnino, Revocato e Secondino, Eubulio, Paolo il Semplice, Simeone Berneux, Giusto Ranfer De Bretenières, Ludovico Beaulieu e Pietro Enrico Dorie, Gaudioso di Brescia, Ardone di Aniano, Paolo di Plousias, Giovanni Battista Nam Chong-Sam, Anna Maria Redi del Cuore Di Gesù) che ricordiamo questo 7 Marzo 2018.

*Matteo Orlando, laurea in Giurisprudenza e Licenza in Teologia Spirituale, è giornalista pubblicista e autore dei volumi Faithbook: La fede cattolica nel tempo dei conigli e Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi.

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