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Papa Francesco
Papa Francesco

Cinque giorni per discutere sull’identità di Radio Maria nel mondo, gli ideali che la illuminano e ne fanno una radio speciale. Si è tenuto a Roma il 6° Convegno mondiale delle 75 Radio Maria del mondo (con l’aggiunta di altre 6 che sono ancora in costruzione). Il Convegno mondiale è stato un’occasione di incontri, di scambio di esperienze, di elaborazione di programmi di crescita e di rafforzamento della comunione fraterna al quale hanno partecipato i presidenti ed i sacerdoti – direttori delle varie radio che fanno capo alla Famiglia Mondiale di Radio Maria. Il nostro prossimo obiettivo, dice Padre Livio Fanzaga, è l’allestimento di «una Radio Maria web in lingua araba per i cristiani perseguitati, e ho avuto la gioia di presentare al Papa il futuro direttore, un sacerdote arabo maronita che sarà il futuro direttore di questa Radio per i cristiani perseguitati». Lo scorso 29 ottobre, alle ore 12, presso la sala Clementina in Vaticano, la famiglia mondiale di radio Maria ha incontrato Papa Francesco che ha donato un po’ del suo tempo ai volontari dediti all’evangelizzazione via radio, al fine di incoraggiarli nel loro servizio.

Il Santo Padre ha ricordato che «Radio Maria, fin dalla sua nascita, si è proposta l’obiettivo di aiutare la Chiesa nell’opera di evangelizzazione; e di farlo nel modo suo proprio, cioè con la vicinanza alle preoccupazioni e ai drammi della gente, con parole di conforto e di speranza, frutto della fede e dell’impegno di solidarietà. Un obiettivo chiaro e alto, perseguito con determinazione e costanza, che ha saputo guadagnarsi attenzione e seguito non comuni». Papa Francesco, ricordando che la radio vive grazie alla Provvidenza, ha invitato a «mantenere lo stile di sobrietà, pur nella ricerca degli strumenti adeguati» e, ricordando il «diffondersi di Radio Maria in tanti ambienti tra loro diversi per cultura, lingua e tradizioni» ha rimarcato che «quando si ha il coraggio di proporre contenuti di alto profilo a partire da una chiara appartenenza cristiana, l’iniziativa trova buona accoglienza oltre le migliori previsioni, a volte anche presso coloro che magari per la prima volta vengono in contatto con il messaggio evangelico».

Invitando i volontari di Radio Maria a perseverare nel loro impegno, il Papa ricordato che si tratta di «una vera missione, con fedeltà al Vangelo e al Magistero della Chiesa e in ascolto della società e delle persone, specialmente dei più poveri ed emarginati, in modo da essere per tutti i vostri ascoltatori un punto di riferimento e un sostegno. Infatti, diffondendo il Vangelo e la devozione alla Madre di Gesù, promuovendo l’amore alla Chiesa e alla preghiera, si offre un “canale” valido per ascoltare belle riflessioni, per imparare a pregare, per approfondire i contenuti della fede che edificano e ampliano gli orizzonti. La Radio, in tal modo, diventa un mezzo che non comunica solo un insieme di notizie, di idee, di musiche senza un filo conduttore, e che potrebbe solo cercare di distrarre e forse di divertire, ma diventa un mezzo di prim’ordine per veicolare la speranza, quella vera che deriva dalla salvezza portata da Cristo Signore, e per offrire buona compagnia a tante persone che ne hanno bisogno».

Il “carisma di Radio Maria”, ha sottolineato il Pontefice, «fa sì che questa Radio venga ascoltata ogni giorno da più di 30 milioni di persone nel mondo e viva mediante il contributo di migliaia di volontari, offrendo un servizio apprezzato nella Chiesa locale e importante anche per la comunità civile. Tutti coloro che ascoltano i vostri programmi radiofonici vi riconoscono come una Radio che dà ampio spazio alla preghiera, testimoniando che, quando ci si apre alla preghiera, si apre la porta, anzi la si spalanca, al Signore. Nel fare questo avete quale modello la Madonna. È necessario perciò amare con il cuore di Maria per vivere e sentire in sintonia con la Chiesa. Per questo vi incoraggio a coltivare sempre il “giardino interiore” della preghiera, dell’ascolto della Parola di Dio, e di avvalervi di buone letture approfondendo la vostra fede; in altre parole, facendo voi stessi ciò che proponete agli altri con i vostri programmi. Inoltre, abbiate sempre presente che voi donate qualcosa di grande e unico: la speranza cristiana, che è ben più di una semplice consolazione spirituale, perché si fonda sulla potenza della Risurrezione, testimoniata con la fede e le opere di carità».

Matteo Orlando

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