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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.

Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO: martedì 16 Aprile

Nel vangelo di oggi si parla di glorificazione di Dio per mezzo di Gesù e in Gesù: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui“, afferma Gesù in questo vangelo di oggi. Si tratta del Vangelo secondo Giovanni, che qualifica la glorificazione di Dio come l’esaltazione di Gesù sul trono regale della croce. E’ da questo trono che Gesù manifesta in pienezza la sua divinità e attira tutti a sé. Però, per compiere questa glorificazione, questo innalzamento glorioso di Dio è necessario discendere gradualmente nel buio, nella notte. E oggi il primo passo di discesa verso il buio della notte che Gesù compie è subire il tradimento. Nel racconto della Passione del Signore troviamo ben due tradimenti che Gesù subisce: quello di Giuda e quello di Pietro. Entrambi sono tradimenti che hanno ferito profondamente il cuore del Maestro, sebbene siano stati vissuti in modo diverso e abbiano avuto esisti diversi. Impariamo dal Vangelo, perciò, che tradire è sempre assecondare l’opera di Satana e che mai il tradimento può nobilitare un essere umano. Dio non può accettare il tradimento, non può giustificare la doppiezza di vita e di intenzioni. E’ Satana, che entrando nella nostra storia con l’inganno, ci convince del tradimento e della doppiezza come fosse una cosa buona, separandoci da Dio e compiendo il suo nome, che significa “colui che divide”. Il tradimento non è utile a nessuno, ma frammenta la persona, spezza la relazione e perciò distrugge l’amore e la bellezza di una relazione sincera tra persone che si vogliono bene. E oggi, in questo martedì santo, il Vangelo ci mostra Gesù tradito che ci promette la Sua glorificazione, perché solo quando Egli sarà innalzato da terra, ci attirerà a sè e ci guarirà dalle piaghe dei nostri tradimenti, compiuti e subiti. La sola via possibile, sembra dirci oggi il Vangelo, è guardare Gesù che si lascia condurre alla morte in croce, osservando come Lui ha vissuto i suoi tradimenti. Gesù ha scelto di amare di più, di aprire il Suo cuore a un amore più grande. Allora oggi chiediamo a Dio, in dono, il Suo amore per coloro che ci stanno accanto, per coloro che ci hanno tradito e per coloro che, forse involontariamente o inconsapevolmente abbiamo tradito, perché solo l’amore accresce il senso di responsabilità dell’altro e può allontanare il male che potrebbe portare noi al tradimento. Il male non è la persona che ci ha tradito, e non siamo neppure noi se abbiamo tradito, il male, ci mostra Gesù, è la mancanza d’amore che lasciamo maturare nel cuore, quando ci illudiamo nella vanagloria o quando veniamo ingannati da Satana! Guardiamo a Gesù: Lui sa bene che questo amore, come non  appartiene a Giuda, che arriva a vendere l’amico per 30 denari, come non appartiene a Pietro, illuso di saper amare solo perché sente di amare, così non appartiene neppure a noi! Anche noi potremmo tradirlo da un momento all’altro, se non scegliamo di amare come Lui ci ha amato, se non alziamo lo sguardo verso la croce, se non ci stringiamo alle sue piaghe, dalle quali discende per noi la guarigione. Mettiamoci davanti al Suo amore capace di cambiare tutto, di trasformare il buio in luce, il male in bene, il peccato in grazia e il tradimento in fedeltà. Preghiamo gli uni per gli altri, perché l’amore di Gesù crocifisso, la sua glorificazione, in questo giorno santo, ci rialzi, ci istruisca e ci spinga a vivere con responsabilità questo nostro percorso verso la Pasqua ormai vicina. Buon martedì santo!

Gv 13,21-33.36-38

In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: “Di’, chi è colui a cui si riferisce?” Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?” Rispose allora Gesù: “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: “Quello che devi fare fallo al più presto”. Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: “Compra quello che ci occorre per la festa”, oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte. Quand’egli fu uscito, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire”. Simon Pietro gli dice: “Signore, dove vai?” Gli rispose Gesù: “Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi”. Pietro disse: “Signore, perché non poso seguirti ora? Darò la mia vita per te!” Rispose Gesù: “Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”.

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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