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La Fede Quotidiana ospita il breve commento del giovane teologo Matteo Orlando* alle liturgie (Liturgia delle Ore e Liturgia della Parola) di giovedì 8 febbraio 2018.

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Nel Vangelo di oggi, 8 febbraio 2018, Nostro Signore Gesù Cristo compie un esorcismo a distanza per una donna non ebrea. Questa donna di origine siro-fenicia dimostrò una grande fede e Gesù le disse: «va’: il demonio è uscito da tua figlia».

Anche oggi, attraverso gli esorcisti e la sua Chiesa, Nostro Signore continua a operare liberazioni dal demonio. E non solo per i cattolici. Sono tante le testimonianze degli esorcisti relative a liberazioni operate dal figlio di Dio su non cattolici e, addirittura, su non cristiani (indù, islamici, ebrei).

Oggi il Signore ci fa anche un altro invito: respingere la menzogna e l’idolatria e aderire alla Verità, cioè individuare, tra le tante proposte, la vera fede. Salomone, ci è ricordato, uomo molto saggio, quando invecchiò si fece deviare il cuore e seguì altri dèi e il suo cuore non restò integro con il Signore. “I nostri padri si mescolarono con le genti e impararono ad agire come loro. Servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello”, ci ricorda il salmo.

Essere sballottati da qualsiasi vento di dottrina (come scrive san Paolo in Ef 4, 13-14) è un rischio notevole per i cristiani di ogni tempo, di oggi in particolare.

Per crescere in ogni cosa verso il capo, che è Cristo, è necessario operare secondo verità nell’amore. Dio ascolta l’umile e chi ha lo spirito contrito, chi ha santo timore della sua parola.

Come accadde nella vita di un un umile servo della Chiesa che oggi viene ricordato: san Girolamo Emiliani. Rinchiuso in una prigione sotterranea e legato con catene, dopo che la Lega di Cambrai (anti-veneziana) conquistò la fortezza di Castelnuovo (Treviso) che lui comandava, San Girolamo Emiliani si pentì della sua vita precedente e cominciò a pregare e si consacrò alla Madonna che, si narra, gli permise la fuga prodigiosa. Recatosi a Treviso, qui appese le sue catene in una Chiesa (Santa Maria Maggiore) come voto per l’avvenuta liberazione. Successivamente venne nominato governatore della città. Tornato a Venezia assunse l’incarico dell’educazione dei nipoti e cominciò a studiare per il sacerdozio. Ordinato nel 1518, Girolamo si dedicò ad alleviare le sofferenze dei malati di peste e degli afflitti a causa delle carestie. Ben presto si concentrò sui bimbi abbandonati, affittò una casa dove potessero vivere, li nutrì e li istruì nella dottrina e nella vita di fede. Utilizzò a questo fine un catechismo in forma di domande e risposte, da lui stesso composto (probabilmente il primo del genere nella storia). Ammalatosi di peste, guarì miracolosamente e continuò a fondare case dedicate all’assistenza degli sventurati. Su consiglio di san Gaetano da Tiene e del cardinale Carafa (poi diventato Papa Paolo IV) cominciò a girare l’Italia per aprire numerosi orfanotrofi (per esempio a Brescia, Bergamo, Como), una casa per prostitute pentite e convertite e un ospedale (a Verona). Con altri due sacerdoti costituì una nuova congregazione che aveva sede a Somasca (tra Bergamo e Milano) e i componenti vennero chiamati Chierici Regolari di Somasca (“i Somaschi”). Assunse maestri artigiani creando una scuola di arti e mestieri per insegnare ai ragazzi diversi tipi di lavoro per guadagnarsi il pane. Il suo principio pedagogico era preghiera (sue le giaculatorie «Dolcissimo Gesù, non esser mio giudice, ma mio Salvatore!» «Signore, aiutami! Aiutami, Signore e sarò tuo!»), carità e lavoro, affinché ognuno prendesse in mano le redini della propria vita e non fosse un parassita nella società. Accudendo gli infermi Girolamo contrasse una malattia infettiva e morì l’8 febbraio del 1537, non prima di avere raccomandato agli amici di Somasca di non offendere Dio con scostumatezze e bestemmie e di seguire «la via del Crocifisso; amatevi gli uni gli altri; servite i poveri!». Nel 1928 Papa Pio XI lo ha proclamato Patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata.

Sull’esempio di questo grande santo, che il Signore disperda dal nostro cuore le tenebre del male perché procediamo sicuri verso Cristo, vera luce che non tramonta!

*Matteo Orlando, laurea in Giurisprudenza e Licenza in Teologia Spirituale, è giornalista pubblicista e autore dei volumi Faithbook: La fede cattolica nel tempo dei conigli e Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi.

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