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John MyersL’arcivescovo di Newark, New Jersey, Usa, monsignor John Myers è intenzionato a far rispettare fedelmente la legge Chiesa riguardo ai sacramenti nella sua arcidiocesi e per tale motivo ha pubblicato un testo di due pagine dove spiega il modo di proteggere il Santissimo Sacramento ed evitare gli scandali. Nella nota, datata 22 settembre, che si applicherà in tutte “le parrocchie, le istituzioni e programmi dell’arcidiocesi di Newark”, intitolata efficacemente “Principi per aiutare a preservare e proteggere la fede cattolica nel bel mezzo di una cultura sempre più secolarizzata”, si invitano tutti i sacerdoti diocesani a “spiegare queste cose in modi appropriati”.

Sostanzialmente non potranno ricevere la Santa Comunione i dissidenti. Infatti i cattolici che si accostano al Corpo di Cristo devono vivere un matrimonio riconosciuto valido dalla Chiesa. I non cattolici e quei cattolici che rifiutano pubblicamente l’insegnamento della Chiesa e le sue regole di disciplina, sia attraverso dichiarazioni pubbliche che aderendo o sostenendo le organizzazioni che lo fanno, non saranno ammessi alla  ricezione dei sacramenti.

La nota affronta anche la questione dell’uso appropriato dei beni della Chiesa: parrocchie e altre istituzioni dell’arcidiocesi dovranno consentire l’uso di strutture solo a persone e organizzazioni che sono d’accordo con gli insegnamenti della Chiesa cattolica romana e la sua legislazione canonica o, quanto meno, non si oppongono, questo perché la violazione di questa norma è in aumento nelle diocesi degli Stati Uniti, con conseguente scandalo pubblico e, a volte, una grave mancanza di rispetto dimostrato verso le chiese consacrate. Il terzo comma della nota esclude la partecipazione cattolica in occasione di eventi che si oppongono all’insegnamento della Chiesa. Esempi di tali eventi comprendono manifestazioni che promuovono l’aborto e il “matrimonio” gay, ecc. L’arcivescovo aveva emesso una lettera nel 2004, in cui chiedeva di non dare la Comunione a coloro che sostengono il diritto all’aborto e agli elettori che sostenevano candidati favorevoli alle unioni gay.

Matteo Orlando

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