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Lo slogan #sposachivuoi, lanciato dagli organizzatori di “Verona Sposi” in programma in questo fine settimana all’ex Arsenale di Verona, ha acceso la polemica in città sulle unioni gay. La Lega di Salvini appoggia la decisione dell’amministrazione municipale di invitare gli organizzatori a rimuovere immagini e slogan allusivi al “same sex wedding”. “Le trovate di marketing non possono affossare i valori” taglia corto Vito Comencini, capogruppo del Carroccio in consiglio comunale. Il Pd, invece, lancia accuse di discriminazioni nei confronti degli omosessuali e il circolo omosessualista Pink sostiene che “Romeo e Giulietta si stanno rivoltando nella tomba”. I favorevoli alla rimozione ribattono: “Verona è la città di Giulietta e Romeo no di Romeo e Romeo o di Giulietta e Giulietta”.

Sui social network si rileva che “l’amministrazione non è arrivata in comune con un colpo di stato, ma con un programma con l’ideologia gender che è stato liberamente scelto dagli elettori”. Quindi “questi amministratori rappresentano e sono l’espressione della maggioranza degli elettori”.

Nel programma elettorale dell’Amministrazione veronese, nel paragrafo famiglia si legge: “Questo è un tema assai delicato per quelle che sono state le mille evoluzioni di una società che ha perso il vero senso delle responsabilità. Famiglia per noi è quella fra un uomo e una donna: altre non ve ne sono. L’ipocrisia di questi anni, un movimento politico culturale partito dal ‘68 ha fatto di tutto per snaturare il ruolo centrale della famiglia, provocando danni irreparabili che sono sotto gli occhi di tutti. […] La famiglia è come un piccolo Stato nello Stato, con le sue regole, i suoi doveri e diritti e le sue responsabilità. Evidentemente perché la famiglia possa adempiere alla sua missione sarà necessario mettere in atto alcune azioni di sostegno “etico-valoriale” […] • politiche a sostegno della famiglia naturale, sia dal punto di vista amministrativo e fiscale, che dal punto di vista valoriale e antropologico, con particolare attenzione alle famiglie numerose e a quelle che si prendono cura di anziani e disabili; • politiche di sostegno alla formazione di nuove famiglie e all’impegno dei giovani nella responsabilità del matrimonio; • politiche demografiche volte a premiare e a sostenere la natalità, e ad armonizzare i tempi della famiglia e del lavoro; • politiche di tutela della vita dal concepimento alla morte naturale, come previsto dall’art. 2 dello statuto comunale; iniziative per ridurre il numero di aborti attraverso l’informazione sulle possibili alternative all’IVG (adozione in anonimato, aiuti economici col progetto Gemma, assistenza di operatori sociali per la ricerca di un lavoro, eccetera);
• contrasto alla diffusione delle teorie del gender nelle scuole, attraverso proposte educative, sviluppate in collaborazione con le associazioni di famiglie e finalizzate a promuovere il rispetto della dignità maschile e femminile senza appiattire le naturali e preziose diversità; • ritiro dalle biblioteche e dalle scuole comunali o convenzionate (nidi compresi) dei libri e delle pubblicazioni, che promuovono l’equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso; interruzione di iniziative che promuovono anche indirettamente questo stesso
obiettivo; • impegno a respingere ogni iniziativa (delibere, mozioni, ordini del giorno, raccolta firme, gay
pride, ecc.) in contrasto con i valori della vita, della famiglia naturale o del primario diritto dei genitori di educare i figli secondo i propri principi morali e religiosi […].

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