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Il Vangelo di Martedì 20 giugno 2023

Dal vangelo secondo Matteo 5,43-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

COMMENTO DI DON RUGGERO GORLETTI

Se essere cristiani non incide sul nostro modo di pensare e di agire, è perfettamente inutile essere cristiani. Se la nostra fede non fa sì che noi pensiamo ed agiamo in modo diverso da chi cristiano non è, significa che non abbiamo fede. La fede ci deve spingere ad agire, a fare quello che se non avessimo fede non faremmo. La fede senza le opere è morta, ci dice la Lettera di San Giacomo. Quando un cristiano, e ancor più chi ha una qualche autorità nella Chiesa, sui grandi temi della vita (si pensi per esempio all’esercizio della sessualità, alla difesa della famiglia, alla difesa della vita dal concepimento alla morte naturale) pensa, parla e agisce abitualmente come chi cristiano non è dovrebbe seriamente interrogarsi sulla consistenza della propria fede.

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