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“Un emendamento li ha sbugiardati. Cosa c’era dietro? L’utero in affitto e l’indottrinamento dei nostri figli senza possibilità di opposizione e di dissenso. Una legge bavaglio e il solito cavallo di troia smascherato”: con queste prime battute ai giornalisti di Jacopo Coghe, vice presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie, si è aperto il convegno “Sì alle leggi per la Famiglia, No alla legge sulla omotransnegatività” organizzato in Regione Reggio Emilia contro legge sulla omotransfobia, che ha visto protagonisti anche il direttore delle campagne di CitinzenGO Italia Filippo Savarese e Maria Rachele Ruiu di Pro Vita e Famiglia insieme ai consiglieri regionali di area centrodestra, organizzatori dell’incontro.
Per Coghe, che ha sottolineato l’assurdità di essere scortati per esprimere la propria opinione, la legge è inutile perché “basta leggere i dati Oscad, l’Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori. In 7 anni dal 2010 al 2017 – afferma – sono arrivate solo 140 segnalazioni costituenti reato legate a tematiche di orientamento sessuale. Potremmo tranquillamente dire, le statistiche lo dimostrano, che sono poco più di una l’anno per Regione e che le persone con tendenze omosessuali che vengono ingiustamente discriminate hanno già tutti gli strumenti per difendersi e sono costantemente monitorate e sostenute”.
Per CitinzenGO Italia con Savarese: “Questa è una legge che censura politicamente chi crede che i bambini hanno diritto a un papà e una mamma: il Presidente Bonaccini sappia che se passerà ce ne ricorderemo e mobiliteremo tutta la Regione nelle prossime elezioni regionali”.
“L’emendamento sull’utero in affitto – per Maria Rachele Ruiu di Pro Vita e Famiglia – ha svelato il cuore si questa proposta, penso non si debba aggiungere nulla. Volevano entrare nelle scuole per progetti come “W l’amore”, dove con la scusa della discriminazione si parla ai bambini di ben altro. È amaro leggere fuori dalla Regione lo striscione “libere di scegliere”. Sì, vogliamo che le donne siano libere di scegliere se essere mamme o lavoratrici, magari. Io sono una mamma e voglio pari opportunità per tutte! E poi cosa c’entra con la libertà lo sfruttare il corpo di una donna? Cosa c’entra con la libertà di negare a tavolino un padre o una madre ad un bambino?”.
Un pensiero su “Omotransfobia a Bologna: “Un emendamento li ha sbugiardati””

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