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Nella mattinata del 15 ottobre il Santo Padre Francesco ha canonizzato 35 persone.

Si tratta dei brasiliani Andrea de Soveral e Ambrogio Francesco Ferro, sacerdoti diocesani, di Matteo Moreira e 27 Compagni protomartiri del Brasile nel 1645; di Cristoforo, Antonio e Giovanni, protomartiri del Messico nel 1527 e 1529; dello spagnolo Faustino Miguez, fondatore della Congregazione delle Suore Calasanziane Figlie della Divina Pastora (vissuto a cavallo fra ‘800 e ‘900) e dell’italiano Angelo da Acri, sacerdote, frate cappuccino morto nel 1739, girò predicando l’Italia meridionale.

 

Proprio quest’ultimo, al secolo Lucantonio Falcone, nativo di Acri (Cosenza) fu oggetto di pesanti vessazioni diaboliche alle quali reagiva con le armi della penitenza e di un formidabile umorismo. Quasi anticipatore di padre Pio, padre Angelo intraprese una lunga lotta contro il maligno, ricevendone in cambio tentazioni e botte. Come il santo di Pietrelcina, anche padre Angelo si ritrovò con la testa fracassata, il corpo flagellato, le gambe sanguinanti dopo aver sostenuto battaglia contro il demonio, che lo chiamava “straccione” e “ladro” perché gli portava via le anime che già credeva sue per sempre. E come Padre Pio, contro il demonio, oltre l’arma della preghiera e della penitenza, sfoderò quella dell’umorismo.

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