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“Filastrocche e canarini- Il mondo letterario di Giacomo Biffi” ( edizioni Cantagalli) è l’ ultima bella e stimolante fatica letteraria del sacerdote milanese, teologo e scrittore don Samuele Pinna, assieme a Davide Riserbato. In verità, questa è una raccolta di pareri di intellettuali ed esponenti molto qualificati della cultura di area cattolica che parlano delle letture e dei gusti letterari del compianto cardinale ed arcivescovo di Bologna Giacomo Biffi. Dalla lettura del testo, si scopre che Biffi era un attento ed assiduo lettore di Guareschi, di Sant’ Ambrogio, Dante, Bacchelli, Chsterton, Solovev. Gli studiosi che esprimono il loro parere sono di primo piano e ne citiamo alcuni: Franco Nembrini, il teologo Inos Biffi, Alessandro Ghisalberti, Alberto Guareschi, Paolo Gulisano, Giacomo Poretti. Abbiamo intervistato don Samuele Pinna.

Don Samuele, a che cosa si deve quel titolo tanto singolare?

“E’ il richiamo ad una citazione dello stesso cardinale, uomo di somma cultura ed ironia ”

Ci spieghi meglio…

” Il cardinale amava l’ umorismo e ci sono dei passaggi nei suoi scritti che lo dimostrano. Anzi sosteneva che il primo vero e grande umorista è Dio, perché sa guardare la realtà con lo sguardo giusto “.

Che figura ne viene fuori?

” Di una persona che non possiamo banalizzare,a sua grandezza è nel pensiero. Biffi ha scritto poesie per bambini, un gigante che  ha saputo leggere i tempi come pochi. Possiamo definrilo di arguta intelligenza e di profonda fede”.

Oggi sarebbe un progressista o conservatore nella Chiesa?

” I personaggi come lui vanno ben oltre le categorie e non passano mai di moda. A mio avviso, non può essere incasellato in uno schema e neanche tirato per la tonaca. Non è pensabile definirlo progressista, ma neanche tradizionalista. Solo uomo che ha amato e servito la Chiesa, legato alla  perenne verità cattolica. Un uomo equilibrato”.

E’ stato sempre davvero compreso?

” No. Non è stato amato da alcuni ambienti, perché diceva la verità, da parte di un certo settore della stampa è stato etichettato come conservatore. Però negli anni ’50 in teologia è stato  un vero innovatore col suo cristocentrismo”.

Che rapporti aveva con Benedetto XVI?

” Di stima reciproca”.

Bruno Volpe

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