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Il 2018 di Radja Nainggolan, il noto centrocampista della Roma, è cominciato a base di alcol, sigarette e bestemmie. Su Instagram ha pubblicato un video girato durante la notte di Capodanno (che poi è stato rimosso). Si vede il 29nne belga che fuma e che gioca a paddle con gli amici, ma anche lo stesso giocatore che “condisce” il tutto con imprecazioni blasfeme ed espressioni che manifestano il suo stato alcolico (“so ‘mbriaco fracico”).

 

Qualche tempo fa l’attuale allenatore del Pescara, che ha un trascorso anche alla Roma di Nainggolan, il ceco-palermitano Zednek Zeman aveva espresso il suo sdegno per le bestemmie dichiarando: «Non sopporto le bestemmie. Non solo se dette da un calciatore ma in generale. Davo multe ai miei atleti che bestemmiavano e inoltre dicevo loro: “Non offendete mio padre”».

Dalla Terza categoria alla serie A, la bestemmia urlata in campo, sulle panchine (per non parlare di quelle sugli spalti e adesso sui social) è diffusissima, in barba alla buona educazione, al rispetto dei credenti, al regolamento che prevede il cartellino rosso diretto a chi insulta il Padreterno e, per quanto riguarda le norme penali, all’articolo 724 del codice penale che stabilisce che “chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la divinità”, è punito “con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309”.

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