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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno: Lunedì 21 Gennaio.

Ecco l’audio

Ecco il testo

Agnese (m)

Mc 2, 18-22

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”.

In questo vangelo leggiamo che i discepoli di Giovanni e i farisei, uomini religiosi, interrogano Gesù  perché i suoi discepoli non digiunano. E il Rabbi nazareno, lo vediamo nel testo, non risponde in modo diretto. Non c’è una risposta, e questo è tipico dei rabbini ebrei, perché non hanno una sola ed univoca interpretazione della Scrittura, per loro non c’è mai una sola via per giungere alla verità: le vie sono tante, anche se la Verità è una sola. E così il Maestro formula un’ulteriore domanda in modo che ciascuno possa trovare una risposta personale alla questione sul digiuno. Non dice che non bisogna digiunare, ma afferma che ciò che determina il fatto di digiunare o meno è la presenza o l’assenza dello Sposo, non una norma rituale da rispettare. Gesù, quindi, sposta la questione sul digiuno da un piano giuridico a un piano molto più profondo e fondante, che è alla radice della vita religiosa. Il digiuno, come anche tutte le pratiche religiose che impongono una disciplina al corpo, non possono essere solo una facciata. Sono invece un mezzo per far crescere in noi il desiderio di entrare in relazione intima con Dio.  In questo senso, il digiuno, mettendoci in una situazione di assenza non del cibo, ma della presenza dello Sposo, ci rafforza nell’amore, quello vero, quello di chi si sposa, di chi sceglie come stile di vita la pazienza, la tenerezza, la fedeltà. E poi Gesù introduce due mini-parabole che hanno sempre l’amore sposale come fondamento: l’amore tra noi e lo Sposo è il vino nuovo, nuovo proprio perché generato dall’assenza, più che dalla presenza dell’altro. Questo amore ci cambia, ci fa nuovi, ci dà il coraggio di essere nuovi, perché ci permette di fare scelte mai fatte prima. Infatti è l’amore generato dall’assenza che ci fa capire come sta l’altro che non si sente amato. Noi cristiani non siamo chiamati a subire l’assenza, la mancanza, il digiuno, ma a combatterla, con l’amore, come ci insegnano ogni giorno gli sposi. E oggi preghiamo Sant’Agnese, facciamo memoria del suo martirio perché possiamo essere sempre più innamorati di Gesù, perché Lui è il nostro Sposo, q questa santa ce l’ha mostrato morendo martire della verginità. Allora continuiamo a pregare per i giovani che stanno vivendo l’esperienza della GMG a Panamà in questi giorni e per l’unità dei Cristiani. “O Dio compassionevole, Ti ringraziamo per l’abbondanza dei tuoi doni. Concedici la grazia di accogliere tutte le benedizioni in semplicità e con umile gratitudine. Rendici capaci di accontentarci e rendici pronti a condividere con coloro che sono nel bisogno,così che ciascuno possa sperimentare l’unità dell’amore che sgorga da te, nostro Dio Uno e Trino che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen” Buona giornata!

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

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