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Chiesa e clero della Polonia sotto attacco. Da qualche tempo, infatti, nelle sale cinematografiche polacche è arrivato Kler (Clero), una pellicola di violenta ispirazione anticlericale, firmata dal regista Wojciech Smazhovsky. Il film ha riscosso un certo successo con oltre due milioni di spettatori, specie a Varsavia e soprattutto nella ultralaica Wroclaw. Ovviamente Kler ha suscitato reazioni contrapposte. Chi lo  difende, e chi lo contesta, specialmente la gerarchia cattolica ed esponenti del governo (e del partito di maggioranza, il Pis, che nelle ultime poliche ha goduto della vicinanza di buona parte del clero, specie nelle campagne).  Di che parla Kler? E’ un attacco, spesso  scomposto, alla Chiesa e al clero della Polonia che viene accusato di molte nefandezze: vendita di sacramenti, vizi, sesso, lusso, truffe monetarie, affari, vita privata poco chiara e persino silenzio sulla pedofilia, arrivando maliziosamente a gettare qualche ombra persino su Giovanni Paolo II. Abbiamo intervistato il sacerdote polacco Don Andrzej Dobrzynski, Direttore del Centro Documentazione e studio  sul Pontificato di Giovanni Paolo II a Roma.

Don Andrdrzej, perchè un film anticlericale nella cattolicissima Polonia?

” E’in modo evidente una esagerazione e se si pensa di infangare Giovanni Paolo II si perviene alla infamia. Fa parte di quel generale clima di secolarimo e di attacco alla Chiesa cattolica in atto dappertutto. Questo clima di secolarizzazione è sbarcato, sia pur in modo minore, anche in Polonia e lo vediamo. Ritengo che il film voglia far presa sulle persone incerte, su chi non ha basi solide,   non possiede una fede formata e robusta, e si lascia condizionare dalle chiacchiere”.

Sotto sotto  si arriva a dubitare di Giovanni Paolo II…

” Lo ritengo un insulto ed una infamia se si vuole fare questo. Qui si vuole colpire una Chiesa, quella della Polonia, che ha mostrato credibilità ed integrità, amata dal popolo,  che si oppone a derive anti vita e famiglia, specie al gender. Non mi meraviglio”.

Perchè?

” Il regista è un non credente e lo sceneggiatore un evangelico. L’obiettivo è colpire la Chiesa cattolica per ridurla al silenzio, farla sentire debole e  colpevole. Ci vogliono dire: voi siete corrotti come tutti gli altri e allora non potete dare lezioni a nessuno, tacete”.

Potrebbe anche essere letto come un film che va contro la potente ed influente Radio Maryja e il suo direttore padre Rydzyk?

” Tutto può essere. Molti esponenti politici del paese, di area governativa in effetti rilasciano interviste a quella radio e hanno buone relazioni . In Polonia si avvicinano le elezioni amministrative in alcune città importanti e non posso escludere che ci sia un intento politico dietro al film, una specie di attacco alla radio il cui ruolo è molto importante per i cattolici polacchi che la seguono. Decisamente un brutto film che generalizza e fa credere: tutto è negativo nella Chiesa della Polonia, non fidatevi. Indubbiamente anche noi abbiamo i nostri difetti, ma non nella maniera esagerata e distorta descritta”.

Bruno Volpe

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