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san-pietro5Il dottor Ilario Martella, da magistrato, si è occupato di casi scottanti, quali rapimento Moro, l’ attentato a Giovanni Paolo II, il caso Orlandi.  Con lui, che è un esperto di cose vaticane, parliamo del caso dei corvi.

Dottor Martella, quale idea ha ricavato?

“Ogni buon giudice per esprimere idee articolate dovrebbe aver letto le carte processuali, cosa che io non ho fatto e mi limito, dunque, a quello che leggo e sento. Tuttavia una  idea me la sono fatta”.

Quale?

“Mi passi la parola poco elegante, ma condivido la tesi di Giuliano Ferrara. Siamo davanti ad una montagna di sterco. E mi riferisco sia al materiale trafugato, sia al contenuto e, poi alla pubblicazione dei libri. Voglio dire il modo di ottenimento delle notizie”.

Perchè tanto severo?

“Intanto si raccontano fatti che se veri, danno una idea brutta della Chiesa istituzione alla gente, cosa assolutamente falsa. Non possiamo generalizzare per qualche cattiva condotta e ritengo che si sia tirata una brutta imboscata a questo Papa che al contrario vuole fare pulizia.  Poi lo sterco ci cui parlo è riferito al modo di avere le notizie e alla stessa pubblicazione”.

In che senso?

“Il modo di ottenimento delle notizie è molto poco chiaro. E non basta barricarsi dietro il segreto professionale. O dietro il diritto alle fonti. Non sono così certo che i due giornalisti siano immuni da reati. Certamente la legislazione processuale vaticana è molto poco garantista e non tutela la difesa, vero. Però i giornalisti la finiscano di recitare il ruolo di vittime che non gli spetta. E’ vero che esiste la libertà di stampa e di espressione come previsto dall’articolo 21 della Costituzione, una sorta di paravento dietro il quale nascondere reati o comunque condotte moralmente opache, tuttavia anche nel ricercare ed ottenere le notizie si badi all’ etica. A voler essere pignoli se il fatto fosse avvenuto in Italia dopo un furto di documenti, qualche magistrato avrebbe potuto indagare i giornalisti per ricettazione e l’ accusa non sarebbe stata campata in aria perchè i docunmenti  hanno un valore patrimoniale. Bisogna finirla di coprire tutto e sempre col diritto alla informazione e il legalmente  permesso non sempre coincide con il moralemente  lecito”

in caso di condanna vaticana che cosa rischiano nel concreto i due giornalisti?

“Detto che non è  stato un bello spettacolo, la mia idea è che tutto finirà a tarallucci e vino. Il Vaticano dovrebbe chiedere una estradizione che l’Italia difficilmente  darà”.

Ha visto in tv la intervista della presunta corva?

” Sì e non approvo. Ovviamente tanto di cappello al giornalista Giannini le cui qualità apprezzo, tuttavia, la mia idea, posso sbagliarmi, è che lei abbia lanciato in codice sottili minacce e messaggi. Quando ha detto che nei libri è confluito solo il 20 per cento, mi chiedo: che cosa voleva dire? Un avvertimento? Attenzione non toccatemi, perchè so tanta altra roba? Poi ho trovato quella intervista molto blanda e poco incisiva”.

Bruno Volpe

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