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copertinabibbiaSecondo un recente sondaggio Censis,  un italiano su dieci legge la Bibbia pur avendo il testo in casa nella sua libreria. Un dato negativo che fa riflettere. La Fede Quotidiana ha interpellato, intervistandolo, don Sebastiano Pinto, biblista, docente di Antico Testamento alla Gregoriana,  e alla Facoltà teologica Pugliese, membro dell’ Ufficio Catechistico Nazionale Cei.

Don Sebastiano , un italiano su dieci legge la Bibbia, un dato modestissimo. Meravigliato?

” Non me ne stupisco. E’ un indice significativo in negativo dal punto di vista religioso, ma dimostra anche quello che già sappiamo: in Italia si legge poco, non siamo forse più abituati. Inoltre in tanti esiste il pregiudizio per il quale la Bibbia è difficile o roba da addetti ai lavori e non è così”.

Qual è la causa di questa scarsa lettura?

” Parlerei di più cause concorrenti. Una certamente è la secolarizzazione del nostro tempo,una epoca scristianizzata  alla ricerca di identità. Bisogna però ricordare che non possiamo vivere di rendita e sarebbe opportuno riandare alle nostre origini cristiane. Penso che sia urgente evangelizzare, meglio rievangelizzare. Ma ci metto altre componenti.”.

Quali?

” Una certa paganizzazione del nostro tempo, basti considerare Halloween. Se la Sacra Scrittura è dimenticata, significa che anche Dio è messo da parte e forse non interessa a tanti, questo è molto grave e preoccupante. Inoltre esiste un elevato indice di analfabetismo religioso. Molte persone che si dicono a parole cristiane, confondono termini ed eventi biblici, non sanno le storie. Insomma ci sta molto da lavorare”.

Vi sono cristiani che disconoscono il Catechismo..

” Viene ignorato perchè, per i motivi che indicavo sopra, vi è scarso interesse a leggerlo e conoscerlo. Inoltre, il Catechsimo è spesso legato alla infanzia. Me ne occupo  da giovanissmo  alla parrocchia per i sacramenti e dopo basta. Siamo all’ infantilizzazione della fede”.

Possiamo dirci ancora cattolici?

” Bella domanda. Vero, ci definiamo tali e non leggiamo i testi sacri.  E’ necessario molto  lavoro affinchè la nostra fede non sia più  tiepida e sappiamo che cosa accade ai tiepidi. Le statistiche da lei citate sono preoccupanti,  ma occorre sempre essere fiduciosi e lavorare, per una nuova evangelizzazione”.

Bruno Volpe

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