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Una immagine del Family Day del 2007.
Una immagine del Family Day del 2007.

Il prossimo 20 giugno, a Roma, in Piazza San Giovanni, di fronte alla Basilica Lateranense, a partire dalle ore 15, si terrà il “Family Day”. A otto anni di distanza dalla manifestazione precedente, grazie alla quale arrivarono a Roma – il 12 maggio del 2007 – un milione di persone, anche nel 2015 le famiglie italiane non stanno a guardare e, attraverso questa forma non violenta di manifestazione si propongono l’obiettivo di far fronte alla “colonizzazione ideologica” della teoria del gender e al decreto legge Cirinnà sulle unioni civili (la cui votazione in Commissione Giustizia del Senato è già stata calendarizzata) che tenta di snaturare l’istituto del matrimonio.

Filippo Savarese, portavoce della Manif pour Tous Italia spiega che sarà una grande manifestazione per dire “sì” alla libertà educativa della famiglia, sancita anche dalla Costituzione italiana, oltre che da tutte le dichiarazioni universali dei diritti, ma che risulta essere «quotidianamente negata da tanti corsi e progetti finanziati dalle Regioni e dai Comuni, appaltati all’associazionismo Lgbt, che portano nelle classi dei nostri figli teorie ascientifiche scandalose». Quella di Roma sarà una manifestazione per dire “sì” al matrimonio, come istituzione giuridica, antropologica, laica, «che ancora conta, vale e serve per proteggere la famiglia e le sue parti più deboli: i bambini».

La piazza del 20 giugno a Roma a San Giovanni «sarà una piazza per celebrare e festeggiare la laicità. L’ideologia gender deve uscire fuori dalla scuola e dal parlamento». La manifestazione – che sarà presentata durante una conferenza stampa lunedì 8 giugno alle ore 11 presso l’hotel Nazionale di piazza Montecitorio – è promossa dal comitato “Da mamma e papà” a cui aderiscono personalità provenienti da diverse associazioni (cattoliche e non) ed ha come portavoce il neurochirurgo Massimo Gandolfini.

Matteo Orlando

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