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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno: mercoledì 23 Gennaio 2019.

Ecco l’audio

Ecco il testo

San Francesco di Sales
Mc 3, 7-12

In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall’Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!”. Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.

Oggi il Vangelo ci mostra la folla che segue Gesù. Nel testo si specifica che la folla è una realtà complessa, formata da chi ha malattie, che si getta addosso a Gesù, e dagli spiriti immondi (i demoni), che invece si gettano ai piedi di Gesù, non per portare le persone all’adorazione, ma all’idolatria. Mi soffermo a considerare questa relazione, che emerge così complessa, tra Gesù e la folla. Innanzi tutto si specifica che la folla schiaccia Gesù. Il verbo greco qlibw vuol dire in italiano “premere, stringere, restringere, costringere”. La folla “restringe” Gesù, cioè lo riduce! Gli dà uno spazio piccolo, stretto. Quando noi cerchiamo Gesù, o anche gli altri, solo per avere un vantaggio, un guadagno, fosse anche solo di tipo spirituale, noi non stiamo cercando davvero la relazione con l’altro, ma cerchiamo noi stessi, mettiamo al centro noi stessi, i nostri bisogni e riduciamo l’altro! In questo modo restringiamo la bellezza della relazione vera, gratuita, sana, veramente libera. Ora, l’atteggiamento opposto a quello della folla è quello di Maria, che non restringe Dio, ma Lo magnifica, cioè Lo “fa grande”! Maria, modello del vero discepolo di Gesù, sa mettere Dio davanti ai suoi bisogni e ai suoi vantaggi personali. E in questo testo emergono due atti di adorazione, che però possono diventare, come in questo testo, dei gesti di idolatria, se sono fatti per costringere Dio ai nostri bisogni: il “gettarsi addosso a Gesù” dei malati e il “gettarsi ai piedi di Gesù”, dei demoni. Se le malattie “cadono addosso” a Gesù, è perché Lui prende su di sé ogni malattia e ogni sofferenza umana; se i demoni “cadono ai piedi” di Gesù, è perché i piedi sono la parte del corpo che nell’antichità si sporcava di più, simbolo di quella parte di fragilità che porta l’uomo a cedere nel peccato. Perciò i demoni cadono ai piedi di Gesù perché Gesù è il Figlio di Dio e ci libera dal peccato. Però se noi restringiamo Gesù nei nostri piani, nei nostri bisogni, non adoriamo Dio, ma possiamo arrivare a fare del nostro bisogno o dei nostri progetti dei piccoli o grandi idoli!

Allora oggi preghiamo Maria che ci doni il suo modo di adorare Dio e chiediamo allo Spirito Santo di farci luce, di farci vedere se anche noi in fondo riduciamo il Signore invece di dargli spazio uscendo da noi stessi per adorare Dio e dare spazio anche agli altri nel nostro cuore.

Ci aiuti anche l’intercessione del santo dottore della Chiesa che oggi festeggiamo: San Francesco di Sales, un santo vescovo che ha diffuso la devozione all’amore e alla bellezza di Dio.

E continuiamo a pregare, senza stancarci, per l’unità dei cristiani: “O Dio nostra roccia,ti rendiamo grazie perché con la tua bontà ci sostieni nei momenti di prova,e ci mostri la tua luce nei momenti di oscurità.Trasforma la nostra vita affinché possiamo essere una benedizione per il nostro prossimo. Aiutaci a vivere l’unità nella diversità quale testimonianza della comunione con te Padre, Figlio e Spirito Santo, un solo Dio nei secoli dei secoli. Amen” Buona giornata!

 

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

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