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“Rivendicare il diritto ad uccidere un bambino non ancora nato, specie quando si sa che nascerà disabile, non è degno degli uomini”: lo afferma il presidente dei vescovi polacchi, mons. Stanisław Gądecki, nel messaggio per l’Avvento, riferendosi alle numerose manifestazioni “cui organizzatori chiedono le dimissioni del governo e l’accesso all’aborto su richiesta, senza alcun limite, considerando un diritto umano l’interruzione volontaria della gravidanza”.

Il presule osserva che le proteste “sono caratterizzate da partecipazione di numerosi giovani, linguaggio volgare, aggressività e astiosità nei confronti della Chiesa, devastazione dei monumenti e delle facciate degli edifici ecclesiastici”; inoltre, ad esse partecipano “anche le persone che si definiscono credenti”. “Una persona credente in modo autentico accetta fino alla fine – con convinzione e fiducia – tutta la verità che Dio le dona, vivendo in conformità ad essa”, scrive mons. Gądecki, aggiungendo che “per difendere la vita, specie se quella di un bambino non ancora nato, basta una sensibilità umana e non è necessario essere credenti”. Inoltre, il presule accenna anche ai tentativi di screditare l’autorevolezza di Giovanni Paolo II in relazione al Rapporto sul caso McCarrick. I documenti vaticani, osserva il presule, “provano che il Pontefice è stato cinicamente truffato da persone da parte delle quali poteva aspettarsi la verità”.

Il presidente dei vescovi polacchi sottolinea che insieme con Wojtyla sono stati truffati anche “il Dipartimento di Stato Usa, nonché tre presidenti americani con i quali l’ex cardinale dalla doppia vita aveva strettamente collaborato”. Nel messaggio inoltre, mons. Gądecki esprime “il rispetto e la gratitudine” verso coloro che lottano contro la pandemia e implora “la vita eterna” per “tutti i morti nell’ultimo periodo, anche per tutti i sacerdoti che nelle ultime settimane hanno lasciato la vita terrena”.

Il presule auspica che, “nonostante tutto ciò che sta avvenendo nel mondo e nel Paese”, l’inizio dell’Avvento “non vada dimenticato” poiché “non dobbiamo permettere che ciò che ci circonda, che ci angoscia e preoccupa distrugga l’esperienza di incontro con il Dio vivente nella sua Parola, nei sacramenti e nelle opere della carità”.

In conclusione, ricordando le parole di Papa Francesco sulla Chiesa che “è un ospedale da campo”, il presidente dell’episcopato polacco augura ai fedeli di “aderire con forza al Signore che è la nostra speranza”. (SIR)

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