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di Mariella Lentini*

SEPPE INDIRIZZARE IN MODO SINGOLARE E CONSONO I GIOVANI ALLA SCOPERTA DI DIO E DEL LIBRO MAGNIFICO DELLA NATURA, CREATA DA DIO

«Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Procurate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato».

Questo ha lasciato scritto il fondatore degli scouts per i suoi ragazzi. Robert Baden-Powell nasce nel 1857 a Londra (Inghilterra). Suo padre è un professore dell’Università di Oxford. Robert è un bambino vivace: gli piace l’avventura, esplorare i boschi, stare a contatto con la natura ed escogitare mille modi per cavarsela da solo. Terminati gli studi, a diciannove anni si arruola nell’esercito britannico come Ufficiale. Presta servizio in India, Afghanistan e Sud Africa. In quegli anni Baden-Powell scrive un manualetto sullo scoutismo (dall’inglese, scout significa “esploratore”) per le forze di polizia locale in Sud Africa. Quando rientra in Inghilterra l’ufficiale si accorge che il suo manuale ha avuto un grande successo tra i giovani.

Nel 1907 decide di mettere in pratica le regole descritte nel suo libro organizzando un campo all’aperto, nell’isola di Brownsea, sulla Manica, con venti ragazzi inglesi. Da quel momento le adesioni di giovani desiderosi di vivere l’esperienza scout aumentano sempre di più. Anche le ragazze non vogliono rinunciare ai raduni scout e così, nel 1910, BadenPowell incarica la sorella minore Agnes di fondare l’Associazione delle “Girl Guides”. Nel 1912 Robert conosce Olave St. Clair (1889-1977), un’educatrice inglese che sposa il 30 ottobre dello stesso anno e con la quale avrà tre figli. Robert muore a Nyeri, in Kenya, nel 1941 lasciando la guida degli scouts alla moglie.

Oggi gli scouts nel mondo sono quaranta milioni: ragazzi dagli otto ai ventun anni accomunati dallo stesso scopo, vivere all’aria aperta, divertirsi insieme, favorire le proprie attitudini fisiche, intellettuali, sociali e spirituali attraverso un’attività svolta in gruppo che si fonda sull’imparare facendo: imparare ad amare la natura, se stessi e gli altri, a diventare, cioè, buoni cittadini capaci di promuovere la solidarietà, difendere la pace, credere nella fratellanza tra i popoli: «contagerete quanti vi circondano nel realizzare ciò che è degno, giusto e saggio, spargendo bontà di pensiero e azione, lottando perciò contro tutti i mali e aiutando a rendere il mondo un luogo più felice e migliore in cui vivere», le ultime parole rivolte agli scouts da Olave St. Clair, prima di morire nel 1977.

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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