di Mariella Lentini*
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Nell’anno 927, a Taureana di Palmi (Reggio Calabria), una nobile e ricca famiglia attende la nascita di un bambino: Fantino. La mamma, donna religiosa, decide di “donare” suo figlio a Dio. Quando Fantino compie otto anni la mamma lo conduce a Melicuccà (Reggio Calabria) dal monaco Elia, affinché lo educhi alla vita monastica. Il ragazzino entra poi nel Monastero di Melicuccà come cuoco. Diventato monaco, vi rimane per vent’anni come custode. Fantino, però, desidera fortemente condurre vita eremitica. Cerca la solitudine non perché disprezza gli uomini, ma per sentirsi più vicino a Dio, stando a contatto con la natura. Si ritira in un bosco nei pressi di Mercurion (tra la Calabria e la Basilicata) e cibandosi del minimo indispensabile per sopravvivere, trascorre diciotto anni. Torna, poi, in mezzo agli uomini, fonda un monastero maschile e uno femminile dove accoglie i suoi genitori Giorgio e Vriena, i suoi fratelli Cosma e Luca e la sorella Caterina. Fantino diventa famoso e molto amato dalla gente poiché compie tanti prodigi. Un giorno si avvicina al monastero, minacciosa, un’orsa affamata. Sta per devastare gli alveari con il prezioso miele quando arriva Fantino che, con un cenno della mano, la manda via.
Un’altra volta alcuni monaci, disperati e assetati, rimasti senza acqua mentre cercano i loro muli scappati via, invocano il nome di Fantino. All’improvviso, vicino a loro, dalla terra zampilla una fresca e salvifica sorgente. Il monaco, ispirato dal Signore, a sessant’anni si imbarca per la Grecia. Durante il viaggio compie un miracolo trasformando, con il segno della croce, l’acqua marina in potabile, per dissetare l’intero equipaggio. Arrivato in Grecia, si rende protagonista di altri prodigi e atti di grande carità. Un giorno incontra una vecchietta che chiede l’elemosina: Fantino prova compassione e non potendo regalare altro, con gioia, le offre la sua tunica. Guarisce anche una cieca e un moribondo.
Grazie al monaco calabrese, un avido giudice che sfrutta la popolazione si pente; due fratelli che si odiano fanno la pace; un uomo alla guida della città che perseguita una povera vedova e un orfano cambia condotta; un padre animato da rancore nei confronti del figlio si ravvede. Dopo aver compiuto tanti miracoli e aver sempre predicato il Vangelo, Fantino muore a Salonicco (Grecia) nell’anno Mille. Viene chiamato Fantino il Giovane per distinguerlo dal suo compaesano San Fantino il Vecchio, vissuto alcuni secoli prima di lui.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”