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IN OSSEQUIO  ALLA  VERITA’  STORICA

70° ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA DEL 18 APRILE 1948

PIO XII, GEDDA e I COMITATI CIVICI

di Vittorio Blonk Steiner

Settanta anni fa, il 18 aprile 1948, le prime elezioni politiche, libere, della neonata Repubblica Italiana segnavano una svolta cruciale nella vita del Paese: la vittoria della Democrazia sul Totalitarismo, della libertà sulla oppressione, della verità sulla menzogna. Non erano in gioco proposte o formazioni politiche alternative, ma due visioni del mondo, completamente diverse.

Alla visione cristiana e moderata della nostra società si opponeva un possibile regime  filosovietico, ateo e liberticida.

Indubbiamente il 18 aprile del 1948 rappresenta una vera pietra miliare nella storia della nostra Repubblica e della nostra Democrazia. E’ e resta un passaggio epocale per le nostre libertà politiche, civili e religiose.

Il Popolo italiano doveva scegliere tra due mondi:  quello sovietico del Marxismo-leninismo,  oppressivo e disumano, e quello libero delle Democrazie occidentali, sia pur imperfette.

Gli avvenimenti dell’Europa dell’Est costituivano motivo di grande preoccupazione per la Santa Sede:

– Preoccupazione per i tanti crimini commessi dal regime sovietico e per la eventualità – poi diventata realtà di fatto – che altri Paesi dell’Est europeo potessero cadere sotto l’egemonia sovietica, come avvenne col il golpe di Praga, del febbraio 1948, con la eliminazione dei vertici politici e la persecuzione dei cattolici.

– E in Italia, preoccupazione per i risultati delle prime consultazioni elettorali, a suffragio universale, del 2/3 giugno 1946 dove, oltre al Referendum istituzionale tra Monarchia e Repubblica , si votò per la  Elezione dei 556 membri della Assemblea Costituente, in cui, a fronte degli 8 milioni di voti della Democrazia Cristiana, il PCI di Togliatti raccolse oltre quattro milioni di voti (4.356.686) e il PSIUP- Partito Socialista quasi cinque milioni di voti (4.758.129) – (Fonte: Min.Interno).

– Preoccupazione per le imminenti, prime, vere, elezioni politiche, che veniva acuita, nell’allora Papa Pio XII, dal diffuso giudizio di inadeguatezza della Democrazia Cristiana, verso la quale Egli mostrava scontentezza ...”per gli errori commessi dai democristiani, per le beghe interne al partito, per la leggerezza con la quale essi affrontano i problemi”. ( L.Gedda-18 aprile 1948-Memorie inedite dell’artefice della sconfitta del Fronte Popolare-Mondadori-Milano 1998)

Preoccupazione ed amarezza crescente di fronte alla possibilità che il Partito Comunista Italiano di Togliatti conquistasse la maggioranza relativa, facendo “blocco” con i Socialisti di Nenni, come Fronte Democratico Popolare, costituito ufficialmente il 28 dicembre 1947.

E così, poco più di due mesi prima delle Elezioni politiche del 18 aprile 1948, il Pontefice Pio XII affidò a Luigi Gedda, allora Presidente degli Uomini di AC, il mandato di organizzare la mobilitazione elettorale del mondo cattolico per una battaglia di libertà.

Come Gedda stesso afferma in una intervista, rilasciata al mensile 30GIORNI, n. 3/1998: da Pio XII ebbi  “non solo incoraggiamento, ma preciso incarico di mobilitare tutti i cattolici in  grado di esercitare questo diritto e dandomi piena libertà nell’organizzazione. I documenti di questa disposizione pontificia saranno pubblicati nel mio libro edito da Mondatori”.  ( Luigi Gedda- “18 Aprile 1948 – Memorie inedite dell’artefice della sconfitta del Fronte popolare” – Mondadori-Milano1998).

 L’11 febbraio 1948, ha inizio l’attività dei Comitati Civici, come strumento di mobilitazione e coordinamento, in campo politico, dei cattolici e degli italiani tutti, in grado di opporsi alla dilagante virulenza dei SocialComunisti del Fronte Democratico Popolare, dati per vincenti, e al temuto astensionismo.

I Comitati Civici, presenti, capillarmente, sul territorio, vicini ad ogni parrocchia, diventarono una potente macchina organizzativa e di propaganda a favore della Democrazia Cristiana.

Le strategie operative e di propaganda messe in campo da Gedda si dimostrarono vincenti.

Fu così che la Chiesa cattolica italiana – mobilitata in tutte le sue componenti, laiche e consacrate, come il notissimo Padre Lombardi, soprannominato il “Microfono di Dio”, e grazie agli innumerevoli “attivisti” dei Comitati Civici, organizzati sotto la regia di Luigi Gedda – riuscì a sconfiggere e a bloccare l’ascesa del Fronte popolare, scongiurando il pericolo di una possibile sovietizzazione dell’Italia.

Fu una vittoria straripante quella registrata dalla Democrazia Cristiana: quasi tredici milioni di voti (12.740.042=Fonte: Min.Interno), cioè quasi cinque milioni di voti in più di quelli registrati nelle precedenti consultazioni, a suffragio universale, del giugno 1946.

Mentre la Dc di DeGasperi raggiungeva alla Camera il 48,5% dei suffragi elettorali, ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi (305 su 574), il Fronte Popolare di Togliatti e Nenni si fermava al 31%, con 183 seggi. Anche il temuto astensionismo fu sconfitto con una affluenza del 92% degli aventi diritto al voto.

Secondo l’opinione dei maggiori politologi – dotati di onestà intellettuale – gli oltre 20 mila Comitati Civici parrocchiali, attivati da Gedda, per volontà di Pio XII, furono determinanti per la vittoria della DC. ( P.Ginsborg – “Storia dell’Italia dal dopoguerra ad oggi” – Einaudi, 1989).

Due giorni dopo il 18 aprile 1948, Pio XII, ricevendo i rappresentanti di tre grandi agenzie di stampa, ebbe a dire, senza mezzi termini, parole che, lette oggi, hanno un inconfondibile sapore profetico: “Voi – disse il Papa – “avete testè assistito ad un avvenimento che resterà memorando negli annali della storia italiana. Un popolo intero ha dato prova del suo profondo senso di dovere civico, [….]. e potrà affrettare la ricostruzione materiale e morale del Paese […..] questo avvenimento ha altresì accresciuto la fiducia di tutta l’Europa, anzi di tutto il mondo”. (L’Osservatore Romano, 23 aprile 1948).

E’ un fatto innegabile che …”il 18 aprile resta una data imprescindibile non solo per l’Italia, ma anche per la Chiesa italiana e, come disse Pio XII, per tutta l’Europa”. ( “La mia strada” del Card. Fiorenzo Angelini-Rizzoli, 2004).

Questo straordinario successo – maggioranza relativa dei voti e assoluta dei seggi – fece della Democrazia Cristiana  il principale partito della scena politica italiana per quasi cinquant’anni, fino al suo dissolvimento, nel 1993, con la vicenda di “Mani pulite”.

Purtroppo l’ingratitudine è un sentimento molto diffuso, oggi come allora, e i dirigenti della Democrazia Cristiana, DeGasperi compreso, non se ne mostrarono scevri.

Si temevano, forse, interferenze politiche, condizionamenti, se non addirittura alternative alla DC, in presenza di un leader indiscusso ed amato come Gedda.

Non fu mai dato a Cesare quel che è di Cesare. Il nome di Luigi Gedda fu oscurato e, man mano, fu avvolto dall’’oblio. Quasi una “damnatio memoriae” …che appare persistere ancora oggi !

Ne sono testimonianza le “dimenticanze” dei vari storici, giornalisti, registi o autori televisivi, a cominciare dai sevizi trasmessi  da Rai Storia di Paolo Mieli, fino a scritti di autori cattolici, come  l’articolo apparso a febbraio 2017, su  “La Civiltà Cattolica”, dal titolo “I Gesuiti de la Civiltà Cattolica  e la politica italiana nel dopoguerra”, a firma del gesuita Padre F. Occhetta, che, senza nominare Gedda e i Comitati Civici,  liquida con “quattro” righe, dico “quattro”,  il riferimento alla ”incredibile vittoria della DC” nelle  elezioni del 18 aprile 1948.

DeGasperi, in primis, e, a seguire, gli altri maggiorenti democristiani non ammisero, né hanno mai ammesso, anche in seguito, che il vero “artefice” della vittoria elettorale del 18 aprile 1948 fu Luigi Gedda e i suoi Comitati Civici. E dire che se DeGasperi divenne Capo del Governo fu grazie a Pio XII e a Gedda !

 Oltre che da alcune voci isolate, dotate di onestà intellettuale,  l’onore delle armi arrivò, invece, a Gedda, in  modo netto ed esplicito, da parte di un avversario, il comunista Massimo Caprara, l’ex-segretario personale di Palmiro Togliatti, che, in un suo articolo, pubblicato su Il Giornale del  1° ottobre 2000, dal titolo “Gedda, il leone cattolico che non piaceva a De Gasperi”, onestamente ammette che la Democrazia Cristiana vinse le Elezioni grazie al determinante intervento di Luigi Gedda e dei Comitati Civici.

Chapeau! Levo il cappello – scrive Caprara-  con il mio orgoglio di allora, militante comunista che il 18 aprile 1948 era segretario di Palmiro Togliatti e membro del Comitato centrale, dinanzi alla memoria dell’indomito Luigi Gedda, responsabile dei Comitati Civici. Essi furono gli autentici vincitori della battaglia contro il comunismo e l’ostacolo maggiore alla sua diffusione, non la Democrazia Cristiana. Togliatti che ingenuo non era, comprese immediatamente che l’intervento dei Comitati Civici comprometteva le sorti del Fronte democratico popolare…”

 L’eclissi che Gedda dovette subire, nel corso degli anni, anche da parte dello stesso mondo cattolico, non fiaccò la sua tempra. Egli aveva realizzato una molteplicità di opere, perché era animato da una forte luce interiore, fondata sulla spiritualità getsemanica, cioè sul grande Mistero della Agonia del Signore nell’Orto del Getsemani, su quel “Non mea voluntas sed tua fiat!”  che aveva voluto, come  programma di vita, al centro della Società Operai, da lui fondata nel 1942.

Tutte le sue opere – compresi i Comitati Civici –  sono un inno alla sua spiritualità, fatta di umiltà, di fedeltà incondizionata al Papa, ai Vescovi e al Magistero della Chiesa, di cui fu sempre “servitore”, come uomo, come credente e come scienziato.
Tutti gli Italiani e, in particolare, i Cattolici dovrebbero mostrare gratitudine per Lui, fedele esecutore delle direttive di Pio XII, ed artefice primo della vittoria del 18 aprile 1948 sul Comunismo e l’ateismo.

Col 18 aprile 1948, la successiva elezione del Capo dello Stato, Luigi Einaudi, e la formazione del nuovo governo presieduto da Alcide DeGasperi, iniziava la vera e stabile stagione del Regime democratico della Repubblica Italiana.

Fu allora che il popolo italiano, e i cattolici, in particolare, votando la Democrazia Cristiana e i partiti di centro, respinse il pericolo di una dittatura socialcomunista, filosovietica, scegliendo la democrazia e la libertà.

Mentre il 25 aprile del 1945 è la data simbolica fissata per la celebrazione della “Festa della Liberazione” dal Fascismo e dalla occupazione nazista del territorio italiano, la data del “18 aprile 1948”, dovrebbe essere ufficializzata e celebrata, a livello nazionale, come “Festa della Democrazia”.

Questa data, infatti, veramente storica ed epocale, ha segnato il trionfo di tutti gli Italiani, e del mondo occidentale, per lo scampato pericolo di cadere dalla “padella” del Fascismo alla “brace” del Comunismo.

Questa è verità storica, documentata.

Come anche, in ossequio alla sacralità della verità, c’è da chiedersi come e perché la verità storica su Gedda e i Comitati Civici sia stata e, tuttora, venga rimossa o negata, preferendo, ad analisi più meditate, articolate ed obiettive, un giudizio affrettato e quanto mai fazioso.  Nel corso degli anni si è perso il senso della storia, di pari passo alla crescente superficialità culturale, piegata ad interessi e convenienze del momento politico.

Pochi ricordano “l’esercito di liberazione” messo in piedi, in poco più di due mesi  da Luigi Gedda, con i Comitati Civici e i suoi tanti e tanti attivisti, per volere di quel grande Papa che fu Pio XII.

Un “esercito di liberazione” che sconfisse il blocco filosovietico del Fronte Popolare di Togliatti e Nenni e portò la Democrazia Cristiana alla vittoria e alla possibilità per gli Italiani, tutti, di vivere e costruire un futuro, in un regime di libertà e di speranze e, in particolare, ai Cattolici italiani di non essere perseguitati ed oppressi, come avvenne nei Paesi oltre la “Cortina di ferro”, dalla Cecoslovacchia in poi.

In Italia, troppi sono stati, e troppi sono ancora, quelli che, per opportunismo e faziosità, hanno una memoria corta …a cominciare dagli stessi “maggiorenti democristiani”, oggi defunti o riciclati, che nel passato, hanno inteso coprire, sotto una ingrata cortina di silenzio e di polvere, la verità storica sulla figura e sull’operato della Chiesa cattolica, di Papa Pio XII e di quell’uomo straordinario che fu Luigi Gedda, di certo una grande figura del laicato cattolico del nostro Novecento.

Le giovani generazioni dovrebbero conoscere la storia, vera, del nostro Paese, per essere in grado di trarre insegnamenti per il presente e per il futuro. La verità li farebbe autenticamente liberi !

A quasi settant’anni da quell’evento storico, sarebbe ora che qualche uomo di buona volontà e di onestà intellettuale, storico, politico o giornalista, si adoperasse per riportare alla luce la verità storica e incancellabile sulla vittoria del 18 aprile 1948 e del suo vero ed principale artefice: Luigi Gedda, uomo di preghiera e di azione, discepolo di Cristo e scienziato di fama internazionale.

Oggi, in questa epoca di confusione e disorientamento, sociale, politico e religioso, ci vorrebbero uomini della sua tempra e della sua profonda formazione interiore, spirituale, professionale ed etica, per “ricostruire” una Italia migliore, nel solco della giustizia, della solidarietà e della crescita morale e civile.

Ndr=Il Prof. Luigi Gedda (1902-2000) militante, fin dalla giovinezza, del movimento cattolico italiano e poi  dirigente,  ai massimi livelli, della Azione Cattolica Italiana, dal 1934 al 1959, è stato un uomo straordinario, fedele servitore della Chiesa e dei Papi, di indiscussa Fede, nonché medico e scienziato illustre, di fama internazionale. Fondatore dell’Istituto Gregorio Mendel di Roma per lo studio e la ricerca nel campo della Genetica e della Gemellologia. Titolare della Cattedra di Genetica medica presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

 Luigi Gedda è stato il  fondatore, nel 1942, della Società Operaia – una associazione laicale di diritto pontificio, riconosciuta anche dallo Stato italiano – che incentra la sua spiritualità nel momento getsemanico della Agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi, il Getsemani appunto. Momento di solitudine e di sofferenza psico-fisica immane, in cui si manifesta, oltre alla sua divinità,  tutta l’umanità di Gesù, Uomo-Dio. Gli Operai, ”laici come laici”, sono chiamati a testimoniare il Vangelo, vigilando e pregando  per ben intendere la via delle opere alle quali vogliono dedicarsi, realizzandole secondo la volontà del Signore: “Non mea voluntas  sed tua fiat”. Obbedendo alle direttive di quel grande Pontefice che fu Pio XII, Luigi Gedda fu l’artefice primo, con i Comitati Civici, della grande vittoria elettorale, della Democrazia Cristiana e con essa  del mondo cattolico e moderato italiano,  del 18 aprile 1948, contro il Fronte Popolare (Comunisti e Socialisti unificati) di Togliatti e Nenni. Vittoria che segnò una svolta storica per l’Italia e il mondo occidentale. Grazie a lui, e alla mobilitazione che seppe mettere in atto, gli Italiani non caddero sotto la dittatura sovietica, come avvenne per la Cecoslovacchia o l’Ungheria.  In Italia trionfarono, così,  la Democrazia e le libertà civili e religiose.

Un pensiero su “18 aprile 1948 – 18 aprile 2018: 70 anni della vittoria della DC sul totalitarismo”
  1. Articolo magistrale. Vediamo bene come il nome di Gedda sia accuratamente oscurato ieri come oggi. Si fanno convegni e presentazioni , si celebrano anniversari senza fare il minimo accenno al suo ruolo. Il libro di memorie si trova solo su ebay. Perchè significherebbe rimettere in discussione il fiume di retorica e la repubblichetta non può permetterselo.

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