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Attraverso un’intervista al Corriere del Veneto il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, in merito al voto del 4 marzo ha dichiarato che «i segnali di una crescente stanchezza nei confronti di una certa politica non mancavano. Così pure si poteva registrare agevolmente un montante sentimento e moto di sfiducia. E tutto questo ha generato, evidentemente, una volontà di cambiamento che, da un lato, ha portato a registrare un’alta e significativa percentuale di votanti […] e, dall’altro, una voglia di scegliere con il proprio voto di andare contro e, possibilmente, ribaltare gli equilibri politici esistenti e tradizionali a favore di altri».

Secondo il patriarca di Venezia Francesco Moraglia c’è stata «un’insofferenza verso le contrapposizioni personali o di partito, le promesse eccessive ma anche verso le sterili rivendicazioni di risultati confortanti e di “riprese” economico-sociali spesso tanto annunciate ma ancora troppo poco avvertite nelle vicende quotidiane dei cittadini».

Per Moraglia «la Chiesa, proprio perché ha a cuore il bene comune di tutti, non può tacere o mancare di sollevare l’attenzione su situazioni problematiche, di fragilità e di sofferenza, di ingiustizia o discriminazione, le vecchie e nuove povertà che riguardano i cittadini, le persone, le famiglie e i popoli, tutto ciò che tocca la nostra comune umanità e con un’attenzione capillare alle fatiche dei nostri territori, cercando oltretutto di non privilegiare o trascurare mai nessuno. […] Del resto, la ricerca del consenso non è mai un criterio per l’azione e la missione della Chiesa. Sappiamo, infatti, che il Vangelo è e rimane memoria e coscienza critica per ognuno. E, quindi, anche per la politica e per i politici».

Per il Patriarca «pare evidente che, da tempo, i singoli credenti votano in maniera molto diversificata, in base alla sensibilità e alla storia di ciascuno. Proprio per questo non ha senso parlare di un “voto cattolico”: c’è, piuttosto, il voto dei singoli cattolici che oggi si diffonde un po’ dappertutto. In tal senso, la questione di fondo su cui tutti — cattolici italiani e veneti — dobbiamo interrogarci è l’incidenza o meno, la rilevanza o meno, la sussistenza o meno della cultura d’ispirazione cattolica nella vita sociale e politica di oggi, nell’attuale contesto. Nello stesso tempo, mi chiedo anche che cosa siamo chiamati a fare…».

Infine il patriarca di Venezia Francesco Moraglia ritiene necessario «lavorare sulla formazione delle persone perché cresca l’attenzione, la sensibilità ed anche la “convenienza” sociale dell’impegno per il bene comune e per la dignità della persona, da tutelare in ogni momento della vita, dei principi di solidarietà e sussidiarietà, del vero senso della politica in un giusto mix di idealità e realismo, nel corretto esercizio di una democrazia illuminata e fortificata da valori. Quanto al futuro del nostro Paese, la situazione, come tutti vediamo, è complessa e anche complicata».

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