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Abbiamo parlato in precedenza delle letture e di come dovrebbero essere fatte. Una osservazione importante mi sembra possa fatta anche sul modo in cui vengono proclamati i Vangeli. Ci sono sacerdoti che leggono dignitosamente, anche se come ho detto per me la lettura ideale dovrebbe essere cantillata. Alcuni, anche se pochi, lo fanno. Ci sono poi quelli che leggono compiendo per me alcuni errori.

Cambiano le parole. Ci sono coloro che si sentono più ispirati degli ispirati per antonomasia e cambiano qui e là alcune delle parole nel rito della messa, compresi i vangeli. Ora, non escludo in senso assoluto che talvolte il risultato di questi cambi possa essere migliore dell’originale, ma su un caso buono ne abbiamo una miriade che ci parlano di cambiamenti inutili se non deleteri. Meglio attenersi al testo scritto e alle rubriche.

Recitano. Come dicevamo in precedenza per le letture, l’ambone non è un palcoscenico teatrale. Non bisogna attirare l’attenzione su se stessi, ma su quello che viene proclamato.
Urlano. Ci sono alcuni sacerdoti che non hanno presente che quel coso metallico di fronte a loro serve proprio per amplificare la voce. Talvolta il tono usato tende allo stentoreo, che non è di per se necessario. Basta leggere con proprietà e tono adeguato, sottolineando senza recitare alcuni dei passaggi del brano evangelico con particolare attenzione alla punteggiatura.
Aurelio Porfiri

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