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Oggi comincia a collaborare con la Fede Quotidiana un esperto di liturgia, il maestro Aurelio Porfiri. La nuova rubrica è intitolata “Usi e abusi”.
Il Direttore de La Fede Quotidiana
Michele M. Ippolito
 
 
Quando parliamo della Messa, non sempre ci soffermiamo su quello che accade (e che non dovrebbe accadere) prima che la stessa inizi. Innanzitutto bisognerebbe riscoprire la pedagogia degli spazi, del ruolo della luce e del buio. Si entra nella Chiesa attraverso uno spazio che separa il fuori dal dentro, una metafora spaziale dell’abbandono del profano per immergersi nel sacro. All’ingresso si trova in acquasantiera per rinnovare il proprio Battesimo e purificarsi per accedere a ciò che sta per accadere. Ci si dovrebbe sentir trasportati verso la luce che è in fondo, il Tabernacolo e l’Altare…ma in realtà molte Chiese sono illuminate come un centro commerciale della Conad, se tutto è illuminato l’importanza della luce si perde.
L’accoglienza è importante, dobbiamo sentire che siamo accolti in una dimensione altra, una dimensione sacra. L’accoglienza è un mezzo, non un fine. Non vogliamo far passare il messaggio che ho trovato in un sussidio di una diocesi piemontese dove si dice che “scopriamo che la Messa è accoglienza”.  No, non è questa l’essenza della Messa, non facciamo diventare il mezzo un fine.
Bisognerebbe bene usare il tempo prima della Messa, anche 10 minuti. Una buna idea sarebbe quella di far suonare all’organista un preludio che presenti alcuni dei temi dei canti che si andranno ad eseguire ma, mi rendo conto, ci vuole un’organista bravo nell’improvvisazione. Provare alcuni ritornelli può essere anche adeguato. Si dirà che la gente non viene puntuale, ma credo che nelle singole comunità non sia sbagliato il tentare di creare una cultura della puntualità. Gli americani hanno molto questa cultura dell’accoglienza prima della Messa, di far introdurre il rito da un lettore dando pochi essenziali avvisi. Loro che hanno una cultura molto basata sullo show, non lo vedono come una cosa stridente. Pure per noi, se fatto con stringatezza e concisione, potrebbe non esserlo. Parleremo in seguito dei foglietti per la Messa, ma ritengo di poter dire che almeno i testi dei canti (indicando autori di testo e musica) che vengono eseguiti, dovrebbero essere forniti. Quando il coro canta brani polifonici o senza l’intervento dell’assemblea, come spero avvenga, sarebbe bene segnalare il testo con la traduzione, se è in lingua latina. Non è indispensabile, la comprensione è qualcosa di più grande dell’apprendere un significato, ma certamente per alcuni aiuta.
Aurelio Porfiri
Un pensiero su “USI E ABUSI di Aurelio Porfiri: la domenica andando alla messa…”
  1. “scopriamo che la Messa è accoglienza”.

    Magari fosse solo la parola di una diocesi piemontese… recentemente si è letta una cosa simile nella Preghiera dei Fedeli nel foglietto liturgico…

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