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Il Vescovo della diocesi di Rockford (Illinois), monsignor David John Malloy, ha pubblicato una lettera in cui vieta non solo la celebrazione ad orientem ma anche la Santa Messa nel rito straordinario, disattendendo il documento pontificio Summorum Pontificum emanato pochi anni fa dall’attuale Papa emerito Benedetto XVI. Pur non essendo del tutto ostile alla Messa tradizionale (monsignor Malloy ha partecipato nel 2015 ad una messa cantata secondo il rito straordinario organizzata dall’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote che opera in diocesi) il vescovo si è giustificato trincerandosi dietro al falso concetto di «unità nella celebrazione dei sacramenti, specialmente nell’Eucaristia».

Il vescovo così ha vietato la celebrazione della Santa Messa ad orientem (cioè con il sacerdote rivolto verso Gesù Cristo presente realmente, in corpo, sangue, anima e divinità, nelle specie eucaristiche consacrate) senza il suo permesso (in realtà anche il rituale della Santa Messa Ordinaria prevede che il sacerdote possa celebrare ad orientem). In secondo luogo, il vescovo ha bloccato le Messe in forma straordinaria, che non possono essere celebrate più senza il suo permesso.

In realtà il vescovo non potrebbe far questo perché il Summorum Pontificum afferma che, per celebrare la Messa tradizionale, un prete non necessita di permessi, né dalla Sede Apostolica, né del suo Ordinario (art. 2) Inoltre si aggiunge che i sacerdoti dovrebbero “volentieri” (libenter) accettare le richieste da parte di gruppi di celebrare la Messa tradizionale (articolo 5 § 1). il Vescovo Malloy, quindi, contraddice palesemente il documento pontificio.

Matteo Orlando

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