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Uscirà nelle sale Usa il 18 maggio “Un uomo di parola”, il docufilm del celebre regista tedesco Wim Wenders, un film in cui il Pontefice risponde in prima persona alle principali sfide globali del mondo contemporaneo.

Attraverso parole e immagini Papa Francesco parla direttamente a ciascun spettatore di tutti gli argomenti e di tutte le preoccupazioni che sono importanti per lui, quasi in un faccia a faccia.

Il regista dice di essere “sempre rimasto molto colpito di come papa Francesco fosse aperto a ogni domanda e di come abbia sempre risposto in maniera diretta e spontanea. E dopo ciascuna delle quattro lunghe sessioni, si è preso il tempo per stringere la mano a tutti, senza fare differenza tra il produttore, il direttore, l’elettricista o l’assistente”.

“Avevo già la più alta considerazione per papa Francesco prima ancora di conoscerlo, solo per averlo visto in televisione, aver letto i suoi discorsi o le sue encicliche – conclude Wenders -. Ma incontrarlo a tu per tu, e poi vedendolo e ascoltandolo ogni giorno in sala montaggio, quindi non soltanto nel corso dei nostri colloqui ma anche nei suoi discorsi in tutto il mondo, ai rifugiati, ai prigionieri, ai politici, agli scienziati, ai bambini, ai ricchi, ai poveri o alla gente normale, mi ha fatto realizzare quanto sia coraggioso, quanto intrepido. E il mio augurio è questo: che mai perda il suo incrollabile coraggio”.

In “Un uomo di parola” il Pontefice si sofferma su diversi temi: la morte, la giustizia sociale, l’immigrazione, l’ecologia, la diseguaglianza, il materialismo e il ruolo della famiglia.

Grazie alle particolari tecniche di ripresa, realizzate in Vaticano in collaborazione con Vatican Media, il Papa si rivolge in modo diretto allo spettatore instaurando una relazione intima con chi lo osserva e con le persone che incontra.

Particolarmente attenta la ricerca delle immagini di repertorio utilizzate per “Un uomo di parola”, tratte dagli archivi vaticani, che mostrano il Pontefice in alcuni momenti chiave nell’ambito dei suoi tanti viaggi: mentre parla alle Nazioni Unite, si rivolge al Congresso degli Stati Uniti, piange a Ground Zero e a Yad Vashem, il Centro Mondiale per la Memoria dell’Olocausto a Gerusalemme, parla ai detenuti nelle carceri e ai rifugiati nei campi profughi del Mediterraneo.

https://www.youtube.com/watch?v=DTwc7Ue0nL0&feature=youtu.be

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