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È in vendita da venerdì 21 febbraio il nuovo libro di Lucio Brunelli dal titolo “Papa Francesco – Come l’ho conosciuto io” (Ed. San Paolo).

Nell’introduzione al testo Brunelli, che dal 5 maggio 2014 al 1º febbraio 2019 è stato direttore giornalistico delle emittenti della Conferenza Episcopale Italiana TV2000 e Radio InBlu, scrive che “questo libro non doveva essere un libro. Doveva essere un diario dei miei ricordi personali di papa Francesco da condividere con figli, parenti e amici. Un lascito di memoria da predisporre in tempo, prima di perderla, la memoria. Così ho iniziato a scrivere appena andato in pensione, un anno fa, una paginetta al giorno, nessuna ansia, nessuna fretta. Avevo da occuparmi anche dell’orto e di altre importanti attività nella mia nuova vita”.

Però, confessa Brunelli, “la scrittura mi faceva compagnia e il racconto mi coinvolgeva. Mentre le dita accarezzavano la tastiera del Pc e le tante situazioni di cui sono stato testimone prendevano lentamente forma nella mente e sullo schermo, mi ritrovavo a sorridere o a emozionarmi. Perché il rapporto che il buon Dio mi ha concesso di vivere con Jorge Mario Bergoglio ha toccato in profondità la mia vita. Mi avevano già affascinato i primi racconti su di lui, che udii nel lontano 2001: un cardinale che viveva come un monaco, si muoveva con i mezzi pubblici e sosteneva i preti delle villas miserias, le baraccapoli di Buenos Aires. Poi il primo incontro di persona, a Roma, otto anni prima che diventasse papa. Immaginavo di trovarmi di fronte un uomo di Dio così ascetico e severo da mettermi in soggezione. Scoprii un sacerdote mite, con il quale veniva facile conversare e confidarsi”.

A quel tempo Brunelli era giornalista del Tg2 (dove era stato assunto nel 1995 con mansioni di vaticanista) e ricorda che dopo l’incontro con Jorge Mario Bergoglio sentì subito che quella conoscenza sarebbe rimasta dentro la sua vita, non solo professionale.

“Restammo in contatto”, scrive Brunelli. “All’inizio soprattutto mail, lui alternava un italiano incerto e il castigliano. Ci vedevamo quando veniva a Roma, a casa di Gianni e Stefania o nella basilica di San Lorenzo, una volta volai con altri amici a Buenos Aires. Si dialogava sulla Chiesa, la fede che non arrivava più ai giovani, la crudeltà di un’economia fondata sul Dio denaro. Ma non erano solo discussioni intellettuali, con il passare degli anni veniva spontaneo condividere, con pudore, gioie e dolori della vita”.

Durante il conclave, che poi porto alla scelta del cardinale Bergoglio come Successore di San Pietro, Lucio Brunelli fu probabilmente l’unico giornalista italiano che inseri’, durante un servizio per il Tg2, il cardinale argentino in una ristretta lista di papabili.

Cosa che poi si realizzò.

“La sera del 13 marzo 2013, mi toccò annunciare in diretta, da piazza san Pietro, l’elezione del nuovo Papa… E non fu facile controllare l’emozioni. Pensai che forse non ci saremmo più sentiti, con tutti gli impegni e i pensieri di un Papa. Non fu così. E la cosa ancora mi sconcerta, acuisce insieme il senso di una sproporzionata inadeguatezza e lo stupore di una gratuità”.

Chiudendo l’introduzione al libro Brunelli, che nel 2013 ha ricevuto il primo premio dell’Associazione Giuseppe De Carli per l’informazione religiosa, scrive a proposito di “Papa Francesco – Come l’ho conosciuto io” che “doveva essere solo un diario. Poi l’ho fatto leggere ad alcuni amici che mi hanno convinto a pubblicarlo così com’era. Ed è diventato un piccolo libro.  […] Non è il bilancio di un pontificato (l’unico bilancio davvero interessante lo farà Dio), tanto meno un’operazione agiografica che farebbe rabbrividire per primo Francesco. Sono alcuni ricordi di cose vissute, raccontati spero con la penna di un giornalista (mestiere che non smetterò mai di amare). Frammenti di storia che possono contribuire, forse, ad una conoscenza più completa di un Papa molto rappresentato dai media di tutto il mondo ma paradossalmente poco conosciuto nelle sue intenzioni più profonde, in quella fede in Cristo Gesù che prima di ogni altra cosa, con i limiti di ogni uomo, lo muove e lo sostiene”.

Conoscendo la professionalità di Brunelli siamo certi che sia così.

 

MATTEO ORLANDO

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