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Secondo uno studio pubblicato questa settimana sul Journal for the Scientific Study of Religion, una forte fede potrebbe essere la chiave per dormire bene la notte.

I ricercatori hanno scoperto che coloro che credono nella salvezza e sentono di avere una relazione incrollabile con Dio tendono a dormire più a lungo, addormentarsi più velocemente e sentirsi più riposati al mattino

Terrence D. Hill, professore associato presso la Scuola di Sociologia dell’Università dell’Arizona, coautore dello studio, ha detto che i risultati per lui non sono sorprendenti.

“Se credi che un potere più elevato sia là fuori a cercare te, allora quello che stai attraversando ora è temporaneo”, ha detto. “Queste esperienze mondane sono temporanee”. Queste convinzioni, ha spiegato, aiutano a sentire meno stress dando un senso di speranza e riducendo la tristezza, e quindi dormendo meglio.

“Le persone che credono in Dio e pensano di essere sicure di andare con lui in paradiso quando moriranno, sono tranquille”, ha detto il co-autore della ricerca Reed T. Deangelis.

Hill ha voluto anche spiegare che “la religione può promuovere indirettamente il sonno proteggendo da altri fattori di rischio, in questo caso lo stress”.

Secondo la National Sleep Foundation, le persone tendono a essere troppo stressate per dormire, specie quando non riescono a spegnere le loro menti e fanno emergere le loro preoccupazioni o frustrazioni. Arrivano così ad avvertire tensione muscolare, aumento della frequenza cardiaca e tensione fisica.

La religione può essere, quindi, un valido aiuto contro questi stress, riunendo regolarmente persone che condividono convinzioni comuni, costruendo solidarietà e un senso condiviso di intenti. I membri della Chiesa tendono anche a fornire assistenza reciproca e promuovono pratiche positive.

Secondo lo studio i fedeli veri sperimentano meno agitazione quando vivono i eventi negativi della vita. Lo studio ha anche rilevato, tuttavia, che uno non ha necessariamente bisogno di una comunità religiosa per ridurre lo stress. Una pratica religiosa non organizzativa, come la frequente lettura della Scrittura e la preghiera, può anche ridurre lo stress e facilitare il sonno sano finché l’individuo si sente sicuro nell’attaccamento a Dio e speranzoso di un posto nell’aldilà. “I credenti possono non essere in grado di capire perché la disgrazia li ha colpiti, ma possono comunque dormire meglio di notte sapendo che l’universo è sotto l’occhio attento di una divinità che, alla fine della giornata, rimane profondamente preoccupata per il benessere del mondo e dei suoi abitanti”, conclude lo studio sul rapporto fede – sonno.

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