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piazza_san_pietro_romaÈ in uscita “Roma segreta e misteriosa”, per le edizioni Newton Compton. L’autore è il giornalista Fabrizio Falconi. Caporedattore per la testata News Mediaset, Falconi ha già scritto anche i saggi Osama bin Laden. Il terrore dell’Occidente (con Antonello Sette), Dieci luoghi dell’anima, In Hoc vinces (con Bruno Carboniero) e i romanzi Il giorno più bello per incontrarti, Cieli come questo, Per dirmi che sei fuoco. Appassionato di storia e di archeologia, Falconi ha curato saggi e articoli su questi argomenti apparsi su varie riviste italiane. Al giornalista romano abbiamo sottoposto qualche domanda.

Tra i vari argomenti di quest’ultimo suo libro (con la Newton Compton ha già pubblicato I fantasmi di Roma, I monumenti esoterici d’Italia, Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma), lei scrive anche dell’attentato a papa Wojtyla. C’è qualche novità in proposito?

«Sull’attentato in Piazza San Pietro del 13 maggio 1981, che è stato il più scioccante per la il mondo cattolico moderno, sono stati versati volumi di inchiostro, e la verità piena non è stata ancora raggiunta. Nel senso che ancora non sono chiari contatti e rete che armarono la mano di Alì Agca, anche se molto è stato scoperto.  Io nel mio libro mi limito a riflettere su alcune circostanze davvero singolari legate alla numerologia e in particolare al numero 13 – la data dell’attentato – che ha una fortissima simbologia nella fede cristiana.  Basti pensare che è il numero dell’ultima cena – 12 apostoli più Uno – della Pentecoste, e delle apparizioni della madonna di Fatima, nella cui statua (all’interno della corona) ha finito per essere incastonato il proiettile che fu estratto dal corpo di Wojtyla».

Nel libro parla anche del caso della sparizione di Emanuela Orlandi e dei fatti legati alla basilica di Sant’Apollinare. Che idea si è fatto sulla vicenda?

«Anche qui molto, moltissimo è stato scritto. Ma anche qui al di là delle varie ricostruzioni giudiziarie – la più convincente delle quali è che la ragazza sia stata rapita da elementi della criminalità romana, forse la stessa Banda della Magliana, per esercitare pressione sui responsabili della finanza vaticana – mi interessava sottolineare l’incredibile serie di coincidenze, tra le quali il fatto che la ragazza sia stata rapita a pochi decine di metri dalla Basilica di Sant’Apollinare dove lei aveva scuola di musica, la stessa Basilica nella quale è stato misteriosamente sepolto uno dei boss della Banda della Magliana, Enrico De Pedis – perché proprio lì? – e dove gli inquirenti sono andati a cercare, finora infruttuosamente, le ossa di Emanuela».

In che senso Roma è “magia, mistero, esoterismo”? Quali sono i principali lati occulti, maledetti e oscuri della capitale che riguardano anche il cristianesimo?

«Roma è una città che in tremila anni di vita, ha avuto molte vite. Esiste la Roma pagana, la Roma dei culti pagani, la città che ha ereditato e trasformato i culti iniziatici orientali, poi esiste la Roma cristiana, formidabile centro di storia – la Chiesa cattolica è l’istituzione umana più antica del mondo – poi esiste ancora la Roma medievale e quella dell’Umanesimo e del Rinascimento e della prima sperimentazione alchemica; infine quella dell’epoca dei Lumi e della Massoneria (strano contrasto) e quella del Novecento con il ritorno ad un paganesimo politico col Ventennio e la riscoperta della romanità. La storia del Papato è stata per molti secoli costellata di misteri, intrighi, trame più o meno oscure. E all’ombra del cristianesimo Roma ha continuato ad essere anche pagana. Il sangue insomma è scorso molto lungamente per le vie di Roma –  con orribili delitti, esecuzioni capitali, misfatti di ogni natura – e con esso le  diverse miserie umane. Ma da questi misteri, da queste trame Roma ha saputo sempre risollevarsi, rinnovarsi, risorgere.  E ancora oggi il fascino che esercita nel mondo è grandissimo».

Quali sono le cappelle e le catacombe di Roma sui quali può fornirci qualche aneddoto?

«Ce ne sono moltissime, e nel libro gli spunti sono numerosi.  Io, ad uno che vuole avvicinarsi a queste grandezze di Roma, consiglierei di cominciare dalla Via Appia, che è una specie di meraviglioso libro a cielo aperto.  Il visitatore può rimanere estasiato nel conoscere le storie che tutti quei luoghi hanno da raccontare: dalla minuscola chiesetta di Santa Maria in Palmis, il Domine Quo vadis, dove esistono ancora oggi testimonianze sorprendenti dell’incontro leggendario che ci sarebbe stato tra Gesù e San Pietro, prima del martirio di quest’ultimo, alle gigantesche catacombe di San Callisto, dal circo di Massenzio, che l’imperatore dedicò al suo figlio morto prematuramente, alla tomba di Cecilia Metella, al Parco della Caffarella, pieno di luoghi antichi e misteriosi».

Sotto i riflettori di stampa e televisione abbiamo i tragici fatti di Parigi. Crede che anche Roma e il Vaticano possano correre tali rischi?

«Non v’è dubbio. Che il Vaticano e Roma possano essere obiettivi degli jihadisti è ormai tristemente certo, visti anche i proclami che vengono lanciati quasi quotidianamente. Spero soltanto che a Roma venga risparmiata almeno questa devastazione, dopo le tante che ha subito nel corso della sua lunga storia, da parte dei Barbari, dei Lanzichenecchi, dei Napoleonici, dei Nazisti, nelle più diverse epoche».

Nel libro parla anche di massoneria. Che idea si è fatto su questa presenza che, nel mondo e in Italia, sembra molto forte?

«La Massoneria in Italia, come altrove, è stata sempre piuttosto forte.  La sua natura si è trasformata nel corso dei secoli. Anticamente infatti aveva molta più rilevanza il suo aspetto legato all’alchimia e alle esperienze esoteriche iniziatiche: si riteneva importante coltivare l’antica sapienza orientale, che tutto aveva previsto e tutto comprendeva (compresa la rivelazione cristiana), poi con il passare del tempo, come molte cose umane, ha finito con il trasformarsi in un potere parallelo, molto più politico e finanziario. Roma non è stata mai una città propriamente massonica – in Italia ce ne sono alcune con tradizioni più forti – ma Roma ha certamente attratto e probabilmente attrae ancora questo genere di affiliazione segreta, se non altro perché da sempre a Roma hanno sede molti centri di potere economico, politico e finanziario».

Matteo Orlando

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