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Il governo del Canada limita i suoi funzionari nell’uso dei termini “signore” o “signora”.

Radio-Canada ha riportato le istruzioni del governo canadese per i funzionari pubblici che vengono costretti ad astenersi dall’usare il tradizionale “Signore” o “Signora”, a meno che i dipendenti pubblici non ricevano il permesso dal cittadino a cui sono diretti.

Il governo di Justin Trudeau sostiene che la misura è fatta per rispettare i cittadini con precisione e per evitare di dare l’impressione che ci sia un pregiudizio sessista.

Quindi i funzionari devono chiedere il permesso prima di usare i termini “signore” o “signora” oppure possono chiamare i cittadini per nome e cognome. In precedenza il governo canadese aveva vietato l’uso della parola “miss” per rivolgersi alle donne.

Tutto questo fa parte di una politica “gender free” che il primo ministro vuole imporre in tutto il paese. Anche le parole “padre” e “madre” dovranno essere sostituite da altre, a seconda che i termini usati siano in inglese o francese.

Justin Trudeau, classe 1971, leader del Partito Liberale del Canada, dal 4 novembre 2015 è il ventitreesimo Primo ministro del paese nord americano.

«Paladino del politicamente corretto e dell’inclusiveness a tutti i costi», ha scritto su IL FOGLIO Alessandro Berrettoni, «Justin Trudeau è noto per la sua empatia, per le lacrime che bagnarono i suoi occhi blu mentre chiedeva scusa alla comunità lgbt, per i suoi interventi a favore del femminismo […] Ormai quella di Trudeau e del Canada è un’ossessione, una crociata che ha come obiettivo unico e finale il “gender free”. Tanto che giovedì scorso il Senato canadese ha votato una legge per cambiare la seconda strofa dell’inno nazionale, che recitava “all thy sons command”, facendo riferimento ai figli al maschile, in “all of us command”, senza distinzione. A ottobre, in un articolo su Marie Claire, scrisse: “I nostri figli hanno il potere e la responsabilità di cambiare la cultura sessista”. In quel caso, l’accezione maschile però andava bene. L’anno scorso, Trudeau aveva annunciato il disegno di legge C-16, per aggiungere “l’identità di genere” a razza, religione, età, sesso e orientamento sessuale alla clausola di protezione dello Human Rights act, parlando del “grande arco della storia che tende verso la giustizia”».

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