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SABATO SANTO- GRANDE PREGHIERA

11 Aprile 2020

Il Sabato santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della Messa fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione. L’attesa allora lascia il posto alla gioia pasquale, che nella sua pienezza si protrae per cinquanta giorni. Restiamo in attesa dunque, della risurrezione. In preghiera, con Maria e con la Chiesa, propongo allora alcune parti della liturgia del mattutino del sabato Santo con gli enkomia del lamento funebre della liturgia bizantina. Preghiamo insieme: 

Aftòmelon. Tono 2.

Il nobile Giuseppe,* calato dal legno il tuo corpo immacolato,* lo avvolse in una sindone pura con aromi,* e prestandoti le ultime cure,* lo depose in un sepolcro nuovo.

Gloria.

Quando discendesti nella morte,* o vita immortale,* allora mettesti a morte l’ade* con la folgore della tua divinità;* e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee,* tutte le schiere delle regioni celesti gridavano:* O Cristo datore di vita, Dio nostro,* gloria a te. Ora e sempre. Stando presso il sepolcro,* l’angelo gridava alle donne mirofore:* Gli unguenti profumati sono per i morti,* ma il Cristo si è mostrato estraneo alla corruzione. Ancora e ancora. Soccorrici. Facendo memoria: Poiché tua è la forza.

Kathisma. Tono 1.

Dopo aver chiesto a Pilato il corpo venerabile,* Giuseppe lo avvolge in una sindone pura,* lo cosparge di aromi divini e lo depone in un sepolcro nuovo.* Perciò all’alba le mirofore gridavano:* Mostraci, o Cristo, la tua risurrezione,* come hai predetto. 

Gloria alla tua Sapienza!* Per essa, dopo aver tutto compiuto,* ci hai donato il sabato eterno*con la tua santissima risurrezione dai morti:* perché tu sei Dio.

Stico 2.: Lodatelo al suono della tromba, lodatelo con l’arpa e la cetra. Quale spettacolo contempliamo!* Quale riposo quello di oggi!* Il Re dei secoli,* dopo aver compiuto l’economia con la passione,* celebra il sabato in una tomba,* per prepararci un nuovo riposo sabbatico.* A lui gridiamo:* Risorgi, o Dio, giudica la terra!* Perché tu regni nei secoli,* tu che possiedi sconfinata la grande misericordia.

Stico 3.: Lodatelo col timpano e con la danza, lodatelo sulle corde e sul flauto. Venite, contempliamo la nostra vita* che giace in una tomba per ridare vita a quanti giacciono nelle tombe;* venite, gridiamo oggi secondo la profezia al nostro Dio addormentato,* al rampollo di Giuda:* Ti sei sdraiato e dormi come un leone;* chi ti risveglierà, o Re?* Risorgi dunque per tuo potere,* tu che per noi hai dato te stesso alla morte! * Signore, gloria a te.

Stico 4.: Lodatelo con cembali armoniosi, lodatelo con cembali acclamanti. Tutto ciò che respira lodi il Signore.

Tono pl. 2.

Giuseppe chiese il corpo di Gesù* e lo depose nel suo sepolcro nuovo:* egli infatti doveva procedere dalla tomba come dal parto [verginale].* O tu che hai distrutto il potere della morte* e aperto agli uomini le porte del paradiso,* gloria a te. Vedendo il sole nascondere i suoi raggi,* e il velo del tempio lacerato* alla morte del Salvatore,* Giuseppe andò da Pilato, e così lo pregava:* Dammi questo straniero,* che dall’infanzia come straniero si è esiliato nel mondo.* Dammi questo straniero,* che i suoi fratelli di razza hanno odiato * e ucciso come straniero.* Dammi questo straniero,* di cui stranito contemplo la morte strana.* Dammi questo straniero,* che ha saputo accogliere poveri e stranieri.* Dammi questo straniero,* che gli ebrei per invidia hanno estraniato dal mondo.*Dammi questo straniero,* perché io lo seppellisca in una tomba,* giacché, come straniero, non ha dove posare il capo.* Dammi questo straniero,* al quale la Madre, vedendolo morto, gridava:* O Figlio e Dio mio,* anche se sono trafitte la mie viscere* e il mio cuore dilaniato al vederti morto,* tuttavia ti magnifico, confidando nella tua risurrezione.* Supplicando Pilato con questi discorsi,* il nobile Giuseppe ricevette il corpo del Salvatore:* con timore lo avvolse in una sindone con mirra* e depose in una tomba colui che a tutti elargisce* la vita eterna e la grande misericordia.
Buon sabato santo! 

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