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IL VANGELO DEL GIORNO: lunedì 7 ottobre 2019

B.V. Maria del Rosario

Versione audio

https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

Versione testuale

Il vangelo di oggi presenta la parabola del Buon Samaritano. Innanzi tutto il Vangelo ci fa comprendere che questa parabola viene presentata come una risposta a una provocazione, una delle domande che la gente si pone in tutti i tempi: “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” è la domanda che ogni essere umano ha nel profondo del suo cuore: come faccio a non morire, a non conoscere la morte, a vivere per sempre? Gesù allora risponde a questa esigenza del cuore con una domanda:”Cosa dice la legge?” e gli viene risposto “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”, frase composta da una parte che viene dal Deuteronomio (Dt 6,5) e l’altra dal Levitico (Lv 19,18). Gesù approva la risposta: “Fa’ questo e vivrai!“. Allora qualcuno dei dottori della legge insiste ancora a chiedergli: “E chi è il mio prossimo?“, cioè: qual ’è la persona che per me può essere rivelazione di Dio? E, visto che per i giudei essere prossimi significava avere legami di sangue, Gesù subito racconta la parabola che oggi ascoltiamo, mostrando così di avere un altro modo di intendere il prossimo. Il prossimo non è un familiare, ma un samaritano, cioè quella che potremmo giudicare come un malvivente, un buono a nulla semplicemente perché è nato in un posto che non può offrire nulla di buono. Il prossimo è uno straniero. Ma c’è ancora di più! Alla fine della storia lo stesso dottore della legge, interrogato da Gesù, definisce il prossimo in modo diverso da quello ce poteva avere in mente lui. Questo è tipico della pedagogia di Cristo: portarci con le parabole a pensare in modo diverso. E questo dottore definisce il prossimo come “Colui che ha avuto compassione di lui”. Ecco allora come fare per avere la vita eterna, ecco come fare per far sì che questa vita non abbia mai fine: amare Dio e avere compassione di chi soffre. Sapete, questa storia l’ho raccontata in classe un giorno e, appena ho finito di raccontarla un ragazzo dal fondo della classe ha detto: “Prof, ma questa storia è bellissima! E’ commovente!”. A quel punto io dentro di me ho pensato: ma quante volte che ho ascoltato questa storia e non ho neppure mai potuto immaginare che potesse commuovere! E invece quel giorno ho avuto la grazia di sapere che un ragazzo si è commosso solo a sentirla raccontare! Certo, forse l’aveva sentita per la prima volta, però la capacità di commuoversi davanti al bene, è questo che mi ha edificato. Commuoversi davanti a chi ha bisogno, ma anche davanti a chi si prende cura dei più bisognosi è il segno che non stiamo perdendo la bellezza, è il segno che nell’essere umano la capacità di sentire compassione per chi soffre non ancora non ce l’hanno tolta. Per questo possiamo sperare che anche io e te oggi possiamo aprire il cuore e lasciarci commuovere da chi è capace di ridare vita, di ridare dignità a chi l’ha persa, di ri-creare una bellezza che è stata rovinata dalla violenza di altri. Chiediamo allora oggi allo Sprito Santo, Lui che è il Signore e dona la vita, di ravvivare in noi questo amore per la vita, questa compassione che ha avuto il buon samaritano. Preghiamo Maria, Vergine del Rosario, perchè chi prega il rosario possa sentire nel cuore il senso profondo della compassione di Gesù per tutti coloro che ne hanno bisogno.  Ascoltiamo il Vangelo:

Lc 10,25-37

In quel tempo, un dottore della legge si alzò per mettere Gesù alla prova: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. E Gesù: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.

 

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