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IL VANGELO DEL GIORNO: mercoledì 30 ottobre 2019

Versione audio

Versione testuale 

Il vangelo di oggi ci trasmette un discorso che Gesù fa mentre è in cammino verso Gerusalemme. Innanzi tutto Gesù ha una direzione precisa nella sua vita che è molto chiara nel suo cuore: quella di dirigersi verso quel luogo in cui avrebbe dato la vita per noi. Comprendiamo allora che l’obiettivo anche della nostra vita, una volta che per noi diventa chiaro, è importante che noi lo assumiamo, come ha fatto Gesù. Ci rendiamo conto che nella vita dobbiamo camminare, e se questo cammino è accompagnato dal Signore, ci possiamo rendere ancora più conto che camminiamo, che non stiamo fermi e che assolutamente non possiamo fermarci. Lo Spirito Santo rende dinamica la nostra storia di discepolato con Cristo proprio perché anche noi, come Lui, abbiamo un luogo in cui donare la vita, una missione che il Padre ci affida.  Ecco allora che Gesù ci offre dei criteri per riconoscere come metterci in cammino verso la realizzazione del dono della nostra vita, verso salvezza, perchè possiamo essere dono gli uni per gli altri. Prima di tutto, ci dice Gesù, la salvezza per noi passa attraverso la porta stretta, cioè attraverso uno sguardo nuovo sulla vita, uno sguardo non comune, che ci costringe all’essenzialità e alla sobrietà, ma che ci apre a qualcosa di più grande che noi prima non potevamo vedere. Una porta stretta, oltre ad ostacolare il passaggio di grandi folle, se ci facciamo coaso, limita anche la visuale di quello che c’è dietro questa porta. Non possiamo vedere cosa c’è dietro quella porta, se è stretta. Quindi passare una porta stretta è un atto di fede, è come un salto nel buio. Ci vuole la fede, così tanta da sperare che oltre la porta ci sia qualcosa di bello!  Il Vangelo allora oggi ci invita a cercare di entrare in questa nuova visione di vita che noi ora non conosciamo, non vediamo, ma che può rendere più umane, più armoniose e più vere le realtà che vediamo e che ogni giorno definiscono la nostra vita terrena. Si tratta quindi di passare una porta, quella della fede, per poter vedere e capire le cose che vivamo con uno sguardo aperto verso l’eternità, verso l’ignoto. E questo è un vero atto di intelligenza! Noi pensiamo di essere intelligenti se cerchiamo di capire come funzionano le cose. Invece oggi il Vangelo ci dice che questo non basta. Non c’è solo il nostro modo di vedere le cose, non c’è solo il punto del nostro limite. Noi siamo tutti chiamati a passare questa porta, a passare la nostra personale visione della vita, per accogliere quella universale della fede nel mondo che verrà. Davanti alla predicazione del Vangelo, alle parole di Gesù, la nostra intelligenza è chiamata ad aprirsi alle ragioni degli altri, così come il nostro cuore riceve la stessa chiamata perché l’umanità intera possa vivere la condivisione fraterna tra tutti i popoli. Chiediamo allora oggi al Signore che ci doni la luce necessaria, la fede, perché possiamo passare questa porta stretta e ritrovarci insieme a vivere, al di là di questa porta, ma nella fede anche al di quà, la gioia del Regno di Dio che vive su questa terra. Buona giornata! 

Lc 13, 22-30 

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. Rispose: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori d’iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi”.

 

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