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IL VANGELO DEL GIORNO: Gv 15,9-17 giovedì 14 Maggio 2020

San Mattia apostolo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

Oggi è la festa di San Mattia apostolo, nominato apostolo dopo la risurrezione di Gesù, attraverso un sorteggio. L’episodio è narrato nel primo capitolo degli Atti degli apostoli, in cui si racconta della necessità degli apostoli di eleggere un sostituto dell’apostolo Giuda Iscariota per ricomporre il numero dodici degli apostoli, che costituivano, in qualche modo, una continuità ideale col popolo ebraico e quindi con l’elezione di Dio. Di fatto Mattia era comunque un discepolo di Gesù sin dal Battesimo di Gesù sul Giordano e già il suo nome, “dono di Dio” sembra essere indicativo della sorte che ha ricevuto. Di questo apostolo non si conosce quasi nulla, tranne il fatto che viene venerato a Treviri, dove si pensa siano state portate le sue spoglie dalla santa imperatrice Elena, madre di Costantino, la quale portò a Roma anche la croce di Gesù e tutti gli oggetti della Passione di Nostro Signore. Tuttavia, c’è chi afferma che le reliquie dell’apostolo Mattia siano invece custodite nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Non sappiamo con esattezza neppure in che anno e in che modo sia morto martire a Gerusalemme, almeno così attesta una certa tradizione che comunque risulta incerta. Insomma, tutto è pieno di incertezze. In ogni caso l’incertezza sulla storia degli apostoli in generale non ci stupisce, dato che, tra tutti gli apostoli, solo Pietro e Paolo, sicuramente perché provvidenzialmente morti a Roma, capitale dell’impero, hanno potuto assicurare un ricordo attendibile fino ad oggi. L’unica realtà attendibile alla quale possiamo fare affidamento certo, la troviamo oggi nel vangelo, che ci annuncia ciò che non solo gli apostoli come Mattia, ma tutti noi siamo chiamati a mettere in pratica, per esplicito desiderio di Gesù: il comandamento dell’amore. Oggi l’amore ci viene consegnato da Gesù come un comandamento, non perchè l’amore in sè sia un dovere, ma perché, quando lo si vive fino in fondo, lo diventa. Pensiamo all’esperienza naturale di diventare genitori, per esempio: i figli non corrisponderanno mai alle aspettative dei genitori, perciò dovranno amarli, anche se riscontreranno cose in loro che non corrispondono a ciò che avrebbero voluto. Ma è così anche verso il marito o la moglie, i fratelli o le sorelle, è così per ogni genere di relazione che si fonda sull’amore! E’ così perchè l’amore chiede sempre amore e l’amore sempre è dono, gratuito e disinteressato, è dono in perdita. Ora, poiché il testo del Vangelo oggi è un testo di alta teologia giovannea, per cui si potrebbero fare discorsi molto ampi, dato che questo testo esprime tutti i grandi temi che questo evangelista tratta, dal Prologo fino a questo testo e che poi riprende anche in tutti gli altri suoi scritti. Però, per ragioni di tempo, mi limito ad indicare solo una piccola riflessione. Senza occuparci di teologia, anche solo se osserviamo il testo così come si presenta, notiamo subito che in 9 versetti troviamo la parola amore/amare per 9 volte. Già solo la frequenza di questo termine ci fa capire che l’amore è il messaggio che questo testo desidera comunicarci e questa insistenza ci dice che l’amore non riguarda solo Dio, ma anche noi. Infatti c’è anche un’altra parola che ricorre, in 9 versetti, per tre volte, la parola amici. L’amore riferito alla relazione tra il Padre e Gesù, e tra Gesù e noi, l’amicizia intesa come qualità dell’amore tra Gesù e noi. Potremmo dire che l’amore di Dio è in rapporto con noi come l’amicizia….al quadrato! Questo vuol dire che in pratica anche le amicizie che viviamo tra noi potrebbero portarci a vivere in Dio. S. Agostino, vescovo e padre della Chiesa, l’aveva capito. In un suo discorso dice: «Ama l’amico di amore sincero colui che ama Dio nell’amico, o in quanto Dio è nell’amico o perché Dio sia nell’amico. Ecco l’affetto autentico; se il nostro amore tende ad altro fine, è un odiare il nostro, più che un amore» (Discorso 336,2). L’amicizia, dunque, assomiglia all’amore di Dio perché Gesù ci ha amati di questo genere di amore, un amore che ci rende veri, che ci fa essere quello che siamo. Ma, il fatto che Gesù abbia chiamato i suoi discepoli amici, e quindi chiama anche noi amici, ci fa pensare che l’amore eterno di Dio si diffonde perché ci fa essere amici di tutti, così che, attraverso di noi, Dio stesso si rende amabile, si fa obbedire, si fa seguire, attira! Per questo tutta la Legge, i comandamenti, sono ridotti a uno solo, ultimo e definitivo: amare il prossimo. Dio si incarna e, incarnato, ci mostra il suo amore come amicizia che si dilata nel mondo attraverso ciascuno di noi, in modo da raggiungere tutti! Allora oggi il Vangelo ci svela un pò il sogno di Dio, che in fondo è anche il nostro: che in questo  mondo tutti possiamo vivere relazioni belle, pure, libere, relazioni di amicizia gli uni verso gli altri. Gesù ci chiama amici, perché anche noi possiamo chiamarci amici tra di noi, in nome di Dio. Allora oggi, giovedì 14 Maggio 2020, è un giorno unico e particolare, perché papa Francesco ci ha chiesto di pregare in comunione con tutta l’umanità, come amici di tutti, perché abbiamo un’intenzione comune: che cessi questa pandemia che ci affligge. Ecco, oggi viviamo questo dono grande unendoci in preghiera con tutti, in comunione con Dio e, tra noi tutti, in Dio. Chiediamo allo Spirito Santo che, per intercessione di San Mattia apostolo, l’amore che ci ha insegnato Gesù possa davvero diffondersi nel mondo oggi anche attraverso di noi, attraverso la nostra amicizia, la nostra preghiera amica, con tutti, in Gesù. Buona giornata!

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