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“L’autorità ecclesiastica non si fida di suor Lucia”, scrive nel suo ultimo libro il celebre vaticanista Marco Tosatti. “Il Vaticano e la gerarchia danno l’impressione di aver subìto Fatima, così come danno l’impressione di avere poca pazienza, in generale, con veggenti e apparizioni che si stanno moltiplicando nel mondo, in un fenomeno che non ha precedenti nella storia, e che dovrebbe suggerire una riflessione profonda, a vario livello, all’interno della Chiesa, in parallelo con l’’esplosione dello spirito’ legata ai movimenti carismatici. Sta accadendo qualche cosa che forse non è gestibile con gli strumenti di sempre. Lourdes, La Salette, Rue du Bac, Fatima e Medjugorje sono eventi che la gerarchia gestisce con un affanno sempre maggiore”.

In “FATIMA E IL SEGRETO NON SVELATO – A cento anni dal futuro della Chiesa” (Chorabooks, Hong Kong aprile 2017) Tosatti affronta il caso Fatima che, scrive, “non si è chiuso con la morte, il 13 febbraio del 2005, di suor Lucia”. In 126 pagine (suddivise in 16 capitoli) l’autore ricorda tutti i silenzi, tutte le proibizioni, tutti i “tentativi da parte dell’autorità ecclesiastica di sciogliere un nodo che col passare degli anni si è fatto sempre più intricato; e di dimostrare che tutto è chiaro e semplice, laddove ogni parola di spiegazione apriva la porta ad altre tre questioni, perché la parola di spiegazione non era mai quella della protagonista”.

Mentre il prossimo 13 maggio Papa Francesco canonizzerà i beati Francesco Marto e Giacinta Marto, i due fratellini che insieme a Suor Lucia Dos Santos, morta nel 2005, ebbero a Fatima le apparizioni della Vergine, per Tosatti “a dispetto della versione ufficiale, la sensazione – e forse qualche cosa di più della sensazione – che non tutto sia stato rivelato è sempre più forte. E due fatti accaduti proprio in questi ultimi mesi ce lo confermano. Il primo riguarda Benedetto XVI” che disse ad un sacerdote e professore di teologia, Ingo Dollinger, “c’è di più di quello che abbiamo pubblicato” sul Terzo Segreto e la parte nascosta accennava a “un cattivo Concilio e a una cattiva messa”.

Altro fatto è quanto scrive José Maria Zavala Gasset, nel suo libro presentato nei giorni scorsi in Spagna (El Secreto mejor guardado. Fatima). Zavala ha ricevuto via mail un messaggio anonimo contenente la riproduzione di un documento manoscritto, redatto in portoghese. Il testo comincia con le sigle JMJ, e la data: “Tuy, 1/4/1944”. E continua così: “Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il “Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo. Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male. Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio. Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960. Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima. Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima. La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima. Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta. Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e Matteo 21, 42-44”. Così terminava il messaggio. “Veramente Fatima è una fonte apparentemente inesauribile di misteri”, conclude Tosatti.

Matteo Orlando

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