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Il Presidente della Federazione Europea dei Medici Cattolici, il barese dottor Vincenzo Defilippis non condivide la posizione dei vescovi italiani, espressa il 26 Aprile nel suo duro comunicato. Lo abbiamo intervistato.

Dottor De Filippis, lei non è del parere dei vescovi italiani in tema ritorno alle messe col popolo. Perché?

“Sia ben chiaro che anche io vorrei subito poter andare a messa, ma bisogna essere prima di tutto responsabili. Da credente, dico che bisogna difendere prima il diritto alla salute e alla vita e successivamente viene quello del culto. A mio avviso i vescovi hanno sbagliato e non a caso il Papa ha corretto il tiro. Questo Papa, saggiamente, ci porta all’essenziale, alla fede vera e non a quella legata al mero culto come reclamano alcuni esponenti del clero. Del resto, i cattolici delle cosiddette chiese del silenzio, nel passato, sono stati anni senza poter celebrare e non hanno perso la fede. La fede vera, non muore o deperisce se stiamo altri dieci quindici giorni senza messa. In poche parole, non possiamo ridurre la dimensione della nostra fede a riti, pellegrinaggi, celebrazioni senza alcuna dimensione sociale”.

In concreto, da medico, quali misure suggerisce per tornare serenamente o con meno rischi alla messa della domenica?

“Una ipotesi da prendere in considerazione sono le messe all’aperto, ma in Italia non tutte hanno un cortile ed un oratorio. Allora prima di tutto bisogna scegliere quelle adatte, quelle grandi vanno privilegiate rispetto alle piccole, come sanificare l’ ambiente tra una messa e l’ altra e soprattutto fissare gruppi precisi di fedeli nelle varie celebrazioni ed orari”.

Cioè?

“Fare in modo che quelli che vanno alla messa delle dieci in una chiesa siano sempre gli stessi e via discorrendo. In maniera che se qualcuno di quel gruppo sta male e si contagia tutti gli altri sono controllabili”.

E quel qualcuno malato, in modo inconsapevole, va ad altra celebrazione?

“Naturalmente tutto è rimesso al senso di responsabilità della gente e qui possiamo farci ben poco”.

Bruno Volpe

2 pensiero su “Defilippis: “da credente bisogna difendere prima il diritto alla salute poi quello al culto””
  1. Ma a quali Vescovi si riferisce il dottore? Egli, come medico dovrebbe saper distinguere un semplice colpo di tosse da una bronchite. Bene, considerate le conseguenze del “duro comunicato dei Vescovi”, non è stato altro che un colpo di tosse. In merito alla saggezza del Papa, faccio notare al medico che lo stesso Bergoglio qualche giorno prima aveva sottolineato l’importanza del ritorno alla Messa. Quindi, caro professore, come sta spesso accadendo nella Chiesa, c’è qualcosa che non convince (uso quest’espressione eufemisticamente) in questo gioco delle parti. In merito poi all’aspetto della sicurezza sanitaria, ci sono pareri di altri medici, altrettanto autorevoli, altrettanto cattolici, che hanno pareri opposti al suo.

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