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Una normativa che mette a rischio la libertà di espressione. Questo in sintesi sul ddl Scalfarotto- Zan, in tema di omofobia, del Presidente emerito della Corte Costituzionale dottor Cesare Mirabelli da noi intervistato.

Presidente Mirabelli, la Cei con un duro comunicato stampa, ha accusato il ddl Scalfarotto Zan di essere liberticida. Che ne pensa?

“Lo devo ancora studiare. Se tuttavia le cose stanno come descritte dalla Cei anche io penso che qualche cosa non vada”.

In particolare che cosa?

“Vedo il rischio della limitazione del diritto costituzionale alla libertà di espressione ed opinione. Io cittadino, senza naturalmente commettere reati di altro genere, penso alla diffamazione, posso dire quello che voglio, manifestare quanto mi piace e non esistono opinioni giuste o sbagliate per legge. In poche parole anche se io affermassi cose non veritiere, nessuno ha il diritto di reprimermi o censurarmi. Non è ammissibile la sanzione per una idea”.

Il costituzionalista Loiodice afferma che la normativa è incostituzionale anche perché crea di fatto uno status preferenziale e ci sarebbe contrasto con l’art 3.

“La norma penale è generale ed astratta, non è sensato ed anche giuridicamente esatto creare una tutela rinforzata per una categoria di persone. In sintesi, creare un trattamento privilegiato per una categoria e sfavorevole per altra, è in effetti violativo del principio costituzionale di uguaglianza davanti alla legge. A mio avviso, quando si legifera occorre molta, ma molta cautela ed attenzione a non scegliere soluzioni e strategie manifesto di natura prettamente ideologica”.

Si avverte la necessità di una legge simile?

“Questa è una valutazione del legislatore. Certo, visto il momento storico, ci sono cose di grande rilievo di cui occuparci”.

Bruno Volpe

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