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Schneider-alleinIn una intervista che ha concesso al Catholic Voice (giornale cattolico d’Irlanda e del Regno Unito), il vescovo Athanasius Schneider ha commentato l’Instrumentum Laboris del prossimo sinodo d’ottobre, mettendo in guardia contro il tentativo di trovare un linguaggio politicamente corretto per ciò che non è in linea con l’insegnamento bimillenario della Chiesa.

«L’affermazione che esiste un “comune accordo” sulla “strada penitenziale” (relativamente ai divorziati risposati, ndr.) non è corretta. L’unico documento pubblico che consenta di determinare il parere effettivo dei vescovi su questo argomento, è la “Relatio Synodi” del 2014. Lì è documentato che il 40% dei membri del Sinodo ha respinto una tale “via penitenziale” tale. Di fronte a un simile risultato, non si può certo parlare di un “comune accordo”. Inoltre, non vi è alcuna definizione concreta di un tale “modo penitenziale”». E continua il vescovo kazako: «Alla luce di un’attenta analisi dei fatti, c’è il sospetto che gli autori dell’Instrumentum laboris cercano di portare avanti l’agenda di un certo gruppo di pressione clericale, al fine di cambiare la legge divina della non ammissione dei divorziati risposati alla Comunione».

Circa il fatto se divorziati risposati cattolici possano essere catechisti, ministri straordinari dell’eucaristia, o padrini, monsignor Schneider dice che «quando un padrino o una madrina o un catechista conduce uno stile di vita che contraddice pubblicamente il sesto comandamento e l’indissolubilità del matrimonio cristiano, allora lui o lei di certo non possono essere un esempio di vita di fede. Lo stesso vale per i ministri straordinari dell’Eucaristia. Il sostegno all’ammissione di divorziati risposati al compito di padrini e di catechisti non è, in ultima analisi, per il vero bene spirituale dei figli, ma si rivela essere una strumentalizzazione di uno specifico programma ideologico. Si tratta di una disonestà e una di presa in giro dell’istituto di padrini e catechisti che, per mezzo di una promessa pubblica, assumono il compito di educatori della fede». Su un’altra tematica scottante, quello dei diritti alle coppie gay, con una parlare evangelico chiaro e diretto monsignor Schneider dice che «accettare rapporti a lungo termine tra coppie dello stesso sesso o le loro unioni civili non potrà mai essere un’autentica posizione cattolica perché contraddice direttamente le parole di Dio, che dice che gli atti omosessuali e lo stile di vita omosessuale sono offese gravi della volontà di Dio (confronta il libro della Genesi, capitolo 18, versetto 20; Levitico 18,22; 20,13; Isaia 3,9; Romani 1,26-27; 1Corinzi 6,10; 1 Timoteo 1,10; Giuda 7). Commettere il male in una prospettiva a lungo termine, anche nel rapporto d’amore, non è in grado di trasformare lo stesso male in bene». E ammonisce che «quei chierici che hanno incoraggiato i fedeli a votare per un matrimonio dello stesso sesso si sono rivelati da questo stesso fatto come falsi profeti, come coloro che pervertono la Parola di Dio. Si rivelano come bugiardi pubblici, ai quali si applicano pienamente queste parole della Sacra Scrittura: “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro” (Isaia 5,20) e “I tuoi profeti hanno avuto per te visioni false e ingannevoli; essi non hanno esposto la tua iniquità per cambiare la tua sorte, ma hanno avuto per te oracoli che sono falsi e fuorvianti”(Lamentazioni 2,14). A tali sacerdoti e vescovi l’apostolo Paolo, senza alcun dubbio, avrebbe detto oggi queste parole: “Questi uomini sono falsi apostoli, operai fraudolenti, travestendosi da apostoli di Cristo” (2 Corinzi 11,13). Per porre rimedio a questa situazione è in primo luogo necessario che i Vescovi fedeli insegnino chiaramente e senza ambiguità la verità di Cristo e correggano in modo esplicito l’insegnamento di questi falsi profeti. […] Quando esistono certi elementi di prova si dovrebbe cercare di smascherare le macchinazioni dei falsi profeti all’interno della Chiesa. San Pietro, il primo Papa, ha scritto nella sua seconda Lettera Enciclica le seguenti parole, che sono applicabili a quei sacerdoti e vescovi che insegnano ai nostri giorni la bontà dello stile di vita omosessuale e la legittimità di ricevere la Santa Comunione da parte di coloro che vivono in adulterio: “Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, come pure ci saranno in mezzo a voi falsi maestri, i quali introdurranno fazioni che portano alla rovina, rinnegando il Signore che li ha riscattati. Attirando su se stessi una rapida rovina, molti seguiranno la loro condotta immorale e per colpa loro la via della verità sarà coperta di disprezzo. Nella loro cupidigia vi sfrutteranno con parole false; ma per loro la condanna è in atto ormai da tempo e la loro rovina non si fa attendere”(2 Pietro 2,1-3)».

Circa i termini usati dal Catechismo sull’omosessualità considerata “intrinsecamente disordinata”, che i gruppi LGTB definiscono offensivi, Schneider ricorda che «dobbiamo chiamare le cose con il loro vero nome; altrimenti, inganniamo gli altri e noi stessi. Nessuna persona di buon senso si potrà indignare quando chiamiamo i fenomeni come una carenza. Infatti, l’attrazione omosessuale è di per sé un sintomo di deficienza sessuale-psicologico, che tutta la storia umano-civile ha considerato come una mancanza ed ha chiamato con il suo nome. Sotto la pressione della nuova ideologia di genere, che ha le sue radici nella ideologia marxista, nel 1970 l’omosessualità è stata esclusa dal manuale internazionale delle malattie psicologiche. In tal modo, le persone che soffrono di attrazione omosessuale sono stati presi in ostaggio di un’ideologia radicale, in quanto viene negata la possibilità di ricevere la guarigione o il miglioramento della loro situazione psicologica e spirituale difettosa».

Circa gli aborti monsignor Schneider ricorda che è un dovere dei vescovi cattolici di ricordare ai loro fedeli che sono complici del delitto orribile dell’aborto, che «commettono un peccato grave e sono minacciati di scomunica. La punizione di scomunica è una misura medicinale al fine di evitare che il colpevole possa commettere ulteriori reati e assicurare così la sua salvezza eterna».

Matteo Orlando

Un pensiero su “Athanasius Schneider: “Un gruppo di pressione clericale vuole cambiare la legge divina””
  1. Inaintede recasatorire unul dintre cei casatoriti isi inseala partenerul unde intervine ADULTRUL care in trecut era pedepsit cu moartea. Acesti preoti care vor sa treca asa ceva cu vederea trebuie exorcizati si excomunicati pentru ca slujesc satanei in haine de Preot.

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