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Papa  Francesco ha scelto  Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata e Presidente dell’associazione “Slaves no more”, per scrivere i testi della tradizionale Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo. L’abbiamo intervistata.

Suor Eugenia,  spaventata da questo incarico?

“ Non vorrei apparire superba o presuntuosa, ma rispondo di no. Lo reputo un incarico di servizio. Indubbiamente, rappresenta una grossa responsabilità, ma lo voglio realizzare non alla ricerca della gloria o del prestigio personale, ma allo scopo di lavorare per il bene del popolo di Dio. Mi sono indubbiamente domandata: perché, Dio mio, questo proprio a me quando, il cardinal Ravasi mi ha chiamato per darmi l’incarico. Sinceramente non ho saputo e non so darmi una spiegazione”.

Ne troverà pur qualcuna…

“ I progetti e le vie di Dio sono misteriosi e spesso non coincidono con i nostri e non sono semplici da decifrare subito. Credo che il Signore ha voluto utilizzarmi per questo servizio con umiltà e pazienza”.

Il tema portante è il rispetto della persona con la sua dignità…

“ E’ il tema centrale. Io sono una missionaria che ha vissuto tanto tempo in Africa e conosco quella terra. I poveri sono tantisismi e vivono in stato di abbandono, situazione che urta contro la dignità umana. Indubbiamente la povertà non è solo quella materiale, ma anche morale ed esistenziale”.

E’ un tema che qualcuno considererebbe scabroso, no?

“ Certamente. Ecco perché è necessario dare voce a chi voce non ha. Con ogni mezzo è giusto e direi persino necessario, opporsi a quella cultura dello scarto che non risparmia la persona e non la rispetta, che la vede solo in ottica di profitto, usa e getta, specie se non garantisce più alcuna utilità”.

Che cosa  si intende con l’ espressione cultura dello scarto?

“ Intende metterci in guardia da un modo di pensare ed anche agire pericoloso, che osteggia la vita quando non è capace di produrre. Nessuno deve sentirsi mai scarto, tutto è bello davanti agli occhi di Dio ed è sua immagine. Tale immagine  tante volte è deturpata dalle nostre azioni”.

Si parlerà di migranti?

“ Sì. Ho incontrato tante volte queste persone e bisogna capire che sono fratelli come noi e mai nemici. Ogni persona è nostro fratello ed è bene riconoscere nel suo volto ,quello di Cristo. E’  serio riflettere e meditare sulla centralità della persona e sulla sua dignità”.

Bruno Volpe

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