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“Accusare di infedeltà dottrinale la proposta avanzata dalla maggioranza dei vescovi del Sinodo sull’Amazzonia, di poter ordinare uomini sposati per le comunità più remote di quella regione, spesso prive, anche per anni, dell’eucaristia, e minacciare il Papa di dovergli rivolgere la stessa accusa, qualora l’accogliesse, è un’operazione decisamente indegna”.

Lo scrive don Severino Dianich, parroco e teologo, sul numero di febbraio del mensile Vita Pastorale, anticipato al Sir.

“Quello del celibato è indubbiamente un valore importante per la vita della Chiesa – aggiunge -, ma radicalizzarne il problema, come se fosse in questione la fedeltà della Chiesa alla sua tradizione e alla stessa dottrina cattolica, è un grave stravolgimento della verità”.

Il teologo ricorda che gli ultimi tre predecessori di Francesco “hanno già decretato la possibilità di praticare delle eccezioni alla regola del celibato obbligatorio, determinandone in dettaglio le condizioni e le procedure”.

“L’eventuale decisione del Papa di stabilire un’ulteriore possibilità di ordinare uomini sposati, per venire incontro a una situazione particolarmente grave di alcune comunità cristiane, non sarebbe altro che l’estensione di quanto già i Papi precedenti avevano stabilito prima di lui, anch’essi per sovvenire in maniera adeguata a situazioni particolari”.

(SIR)

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