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E’ disponibile un nuovo ebook del noto vaticanista Marco Tosatti, “Santi indemoniati: casi straordinari di possessione”, edito da Chorabooks. Questo testo di Marco Tosatti, riveduto ed aggiornato per questa nuova edizione, ha un ispiratore di eccezione nel padre Gabriele Amorth (1925-2016), che suggerì all’autore di affrontare questa tematica che non aveva ricevuto la necessaria attenzione in precedenza, se non per quello che riguardava alcuni studi dedicati a casi individuali di santi che avevano conosciuto la possessione diabolica. Tema certamente scomodo, in un periodo in cui si tenta di diluire l’esistenza del demonio in un puro concetto astratto e non in una realtà concreta.

L’argomento è particolarmente interessante, e in una certa misura “scandaloso” perché se i santi vengono normalmente associati alla lotta contro satana, ben più raramente li troviamo nel ruolo di vittime; un segno – per chi crede – di come satana stesso venga usato da Dio in un quadro di mistero per compiere i Suoi disegni, uno strumento di affinazione di anime sulla via della perfezione.

Il libro, certamente originale se non unico, affronta casi concreti, con speciale riferimento a tre figure: Cristina di Stommeln, la Beata Esutochio di Padova e Mariam Baouardy. Non manca una panoramica essenziale seppure esaustiva su altri santi che hanno avuto un rapporto più diretto con il “principe delle tenebre”.  Del negazionismo in merito all’esistenza del demonio così ci parla Marco Tosatti nell’introduzione del libro: “E’ un atteggiamento iper-razionalista, che sfiora il ridicolo nella sua cieca volontà di negare l’esistente; ma che purtroppo ha contagiato, in forme subdole, ampi strati del mondo cattolico, sacerdoti e vescovi inclusi. E’ probabilmente uno dei tanti esempi di sudditanza psicologica di cui soffre la cultura cattolica, una morsa che solo adesso, dopo decenni e decenni, tende forse ad allentarsi. Il diavolo, così come lo concepiscono i cristiani (e non solo loro) forse non c’è; ma è impressionante come la “vulgata” intellettuale si rifiuti di ammettere la possibilità del mistero, di qualcosa che superi le spiegazioni puramente materiali e fisiche. E’ più facile scindere l’atomo che scalfire un pregiudizio, diceva Albert Einstein; e il pregiudizio secondo cui tutto è materia, tutto – in bene o in male – ha origine e fine nell’universo tangibile talvolta sembra davvero a prova di diamante.

E’ una forma di paura, di rigidità dalle conseguenze paradossali, e – quelle sì – veramente fideistiche. Così ci è accaduto udire un professore esperto di psicologia, messo di fronte al caso di una madre di famiglia che a stento conosce l’italiano (nel suo stato normale); e che in condizioni anormali (era sotto cura per una possibile possessione) risponde – a tono – a domande poste in sette lingue diverse fra cui l’arabo, l’ebraico e il coreano; bene, capita di sentire quel professore affermare che non c’è niente di straordinario, perché “nel cervello c’è tutto”. Fede allo stato puro, purtroppo mal collocata, e totalmente a-scientifica, ma non sorprendente, se già nel 1986 uno studioso laico, intellettualmente onesto come Giuseppe Caputo invitava (Tempo presente, settembre-ottobre 1986) i suoi colleghi a non “ripetere con sufficienza baronale le ricette remote degli articoli dell’Enciclopedia di Diderot e di d’Alembert”.

Questo atteggiamento “ideologically correct”, e  pervicacemente negazionista, per osmosi è penetrato anche nei quadri cattolici, ad ogni livello; da cardinale in giù. Ora qualcosa sta cambiando, ma sotto la spinta della necessità. Diocesi prive per anni di esorcisti stanno organizzando équipes miste di psichiatri e sacerdoti delegati dal vescovo, perché ci sono sempre più persone vittime di eventi inspiegabili; inspiegabili, secondo i canoni della medicina e delle scienze naturali, ma noti da secoli all’esperienza della chiesa. E anche se il fenomeno, sottoposto a un discernimento rigoroso, dimostra la felice rarità dell’eccezionale, ne testimonia allo stesso tempo l’esistenza.

Un’esistenza certo non enfatizzata dalla chiesa dell’ultimo mezzo secolo. La scelta di far prevalere “il bianco sul nero” la positività sul negativo, frutto del Concilio Vaticano II, è una corrente ben vigorosa, fausta e vitale; ma non deve far dimenticare  la presenza ben documentata, e come tale affermata senza esitazioni sia dai Vangeli che dal magistero, di un avversario che non è la rappresentazione mitica della cattiveria presente nel cuore umano, ma un angelo caduto che si adopera nel consigliare gli esseri umani a percorrere strade malvagie“.

L’attualità di questo libro è confermata dai dati dell’attualità. La richiesta di aiuto, per problemi straordinari di fronte a cui medici, psicologi e psichiatri si confessano impotenti è in aumento in tutto il mondo. Conferenze episcopali e diocesi che per decenni hanno trascurato questo tipo di pastorale sono state obbligate, talvolta obtorto collo, a ridare vigore alla pratica, e affidare a sacerdoti specializzati la cura delle persone in cerca di aiuto.

Marco Tosatti è nato a Genova nel 1947. Dal 1981 si occupa di informazione su temi religiosi. E’ stato il vaticanista de La Stampa dal 1981 al 2008. Ha scritto numerosi libri, su temi di religione e storia, in particolare del M.O. “I Baroni di Aleppo”, “La vera storia del Mussa Dagh”, “Gli eroi traditi”, ”Inchiesta sul demonio”, “Padre Pio e il diavolo”, “Santi  posseduti dal demonio”, “Inchiesta sulla Sindone” e altri. Con don Gabriele Amorth ha scritto “Memorie di un esorcista”.

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