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In collaborazione con LifeSiteNews, l’Istituto Ruth sta promuovendo una petizione online che chiede a Papa Francesco di non cambiare le parole inglesi del Padre Nostro.

Dopo che il Pontefice ha approvato la modifica della traduzione italiana sembra ci siano l’intenzione di apportare gli stessi cambiamenti nella versione inglese per far cambiare la formula “non ci indurre in tentazione” con “non abbandonarci alla tentazione”.

La petizione (pubblicata su Life Petitions) ricorda: “abbiamo imparato le parole delle nostre preghiere dai nostri padri e dalle nostre madri, da nonne e nonni, dai nostri sacerdoti, dalle suore e dai frati. Per favore, non rompete questa preziosa connessione con queste persone amate, con la nostra tradizione e il nostro passato. Per favore non sostituire queste parole amate”.

La petizione osserva che “Gesù ci ha dato queste parole”, come riportato da Matteo e Luca in greco, e in latino da San Girolamo e tradotto fedelmente in inglese dai “nostri lontani antenati”.

La Presidente dell’Istituto Ruth, la dottoressa Jennifer Roback Morse, Ph.D., ha spiegato che l’Istituto di solito si occupa di questioni politiche e sociali ma “questa petizione è importante perché la fede è il fondamento della nostra vita. Permea tutto, compreso il lavoro del Ruth Institute per la famiglia”.

La dottoressa Morse ha anche spiegato che “questa petizione è rispettosa di Papa Francesco e del suo ufficio. Desideriamo comunicargli che i fedeli del mondo di lingua inglese sono attaccati alle parole della preghiera del Signore. Il cambiamento proposto creerà inutili confusioni e divisioni in una chiesa già confusa e divisa”.

Il Ruth Institute è un’organizzazione globale, senza scopo di lucro, che fornisce ai cristiani la difesa della famiglia nell’arena pubblica e la costruzione di una civiltà dell’amore.

Fondata dall’autrice, speaker e accademica di fama mondiale Dr. Jennifer Roback Morse, il Centro risorse dell’istituto Ruth offre decenni di ricerca e strumenti educativi per sostenere le persone e le famiglie danneggiate dal divorzio, dalla cultura dell’aggregazione e da altre forme di disgregazione della famiglia.

Il Ruth Institute ritiene che: ogni persona ha il diritto di conoscere il proprio patrimonio culturale e l’identità genetica. Ogni bambino ha il diritto a una relazione con la madre e il padre naturali, fatta eccezione per una tragedia inevitabile. Il Ruth Institute rifiuta l’idea che un bambino sia un problema da risolvere. L’Istituto Ruth ha il sogno che ogni bambino sia accolto nella vita in una casa amorevole con la propria madre e il proprio padre, sposati l’uno con l’altro. L’Istituto Ruth sostiene gli antichi insegnamenti cristiani sul matrimonio, la famiglia e la sessualità umana. Questi insegnamenti sono oggi considerati a volte esclusivamente “cattolici”. Ma in realtà, l’ebraismo e la maggior parte dei gruppi cristiani hanno insegnato storicamente molte delle stesse cose. L’Istituto Ruth lavora con individui e gruppi, religiosi o meno, che condividono le nostre opinioni, in tutto o in parte, indipendentemente dalle loro posizioni su altre questioni.

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