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Benjamin Blanchard è uno dei fondatori di “SOS Chrétiens d’Orient”, una giovane ONG francese attivissima in alcuni paesi del Medio Oriente in aiuto alle popolazioni cristiane colpite dal fondamentalismo islamico e dai tentennamenti della diplomazia occidentale (www.soschretiensdorient.fr). Oltre all’attività diretta sul campo, SOS Chrétiens cerca anche di far conoscere in Europa la situazione concreta dei cristiani mediorientali, così come la loro volontà di restare presenti e ben radicati in una terra civilizzata dal Vangelo, prima ancora di diventare dominio musulmano.

Presso la parrocchia di Santa Maria alle Fornaci, in piazza di S. Maria alle Fornaci 30, nel centro di Roma, mercoledì prossimo, 20 settembre, si terrà, a partire dalle ore 20, una manifestazione aperta dalla preghiera del Santo Rosario per le intenzioni dei cristiani d’Oriente, cui seguirà un incontro-testimonianza con il giornalista di “Tempi” ed esperto di Medio Oriente Rodolfo Casadei. L’iniziativa non è nuova né a Roma né in Italia, e si avvale della collaborazione dei comitati “Nazarat”, attivi soprattutto nel Nord e a Lugano ma, da tempo, anche nella Capitale (www.nazarat.org).

SOS Chrétiens d’Orient nasce quattro anni fa a seguito della presa del villaggio di Maaloula da parte degli jihadisti. Nel settembre 2013, di fronte all’indifferenza quasi generale delle autorità politiche e internazionali dell’Occidente, questo luogo di altissimo valore simbolico, nel quale si parlava ancora l’aramaico, la lingua di Gesù Cristo, diveniva una terra in balia degli islamisti. Quella che l’ONG francese e i comitati “Nazarat” hanno iniziato ad intraprendere, quindi, è stata d’allora una resistenza attiva, non violenta, di preghiera, di incontro e, soprattutto, di testimonianza, intendendo ricordare ogni mese in varie città europee il dramma silenzioso (in Occidente) dei cristiani perseguitati in tutto il mondo. Ricordiamo che il fondamentale diritto umano alla libertà religiosa è seriamente minacciato in 38 nazioni, in 23 delle quali vi è persecuzione vera e propria. Da tutto questo si comprende bene come sia urgente tentare di accendere almeno delle luci sul problema, nonché sulle stragi che spesso avvengono, come ha recentemente denunciato Papa Francesco, «con il nostro silenzio complice».

In Italia i comitati “Nazarat” hanno preso il via da Rimini, ritrovandosi a partire dall’estate 2014 un gruppo di Cristiani romagnoli, ogni mese e con qualsiasi condizione metereologica, nel luogo centrale della “città-tempio del divertimento” (piazza Tre Martiri), per dare la loro testimonianza con i gesti dei Cristiani di sempre: il canto, la preghiera, la parola. Il Comitato, da Rimini e poi altrove, ha preso come suo simbolo la lettera “N” di Nazareno, usata dai jihadisti per marchiare le case dei cristiani in Siria e in Iraq.

Alle varie manifestazioni, non di rado, hanno preso parte non solo il Vescovo Francesco Lambiasi, ma anche diversi sacerdoti e suore della diocesi di Rimini, assieme a tanta gente di buona volontà. Il tutto in piena comunione e rispondenza a Papa Francesco, i cui appelli per i Cristiani Mediorientali sono sempre più frequenti. «Quanti di voi pregano per i cristiani che sono perseguitati? Vi incoraggio a farlo con me, perché sperimentino il sostegno di tutte le Chiese e comunità nella preghiera e attraverso l’aiuto materiale», ha esortato ad esempio il Santo Padre nelle sue Intenzioni di preghiera di marzo. «In molte parti del mondo ci sono cristiani che vengono perseguitati soltanto per il fatto di essere cristiani – ha aggiunto Bergoglio -. Hanno bisogno non solo dell’aiuto materiale, ma anche delle nostre preghiere».

Appuntamento quindi a mercoledì, nella storica chiesa di S. Maria alle fornaci a Roma (dista poco da San Pietro), dove con il canto “dall’Aurora tu sorgi più bella” e le rituali corone dell’Ave Maria si darà vita a una “nuova Resistenza”.

Giuseppe Brienza

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