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“Giovanni Paolo II, grande e vero uomo di Dio”: lo ricorda in questa intervista che ci ha dato padre Lucio Zappatore, storico ed ottimo parroco romano della comunità Santa Maria Regina Mundi a Torrespaccata, “poeta” per diletto nella lingua di Trilussa. Ma soprattutto colui che nel Febbraio 2004, durante l’ incontro del Papa col clero romano, ebbe la geniale idea di fare dire una frase al pontefice  in romanesco: “Volemose bene”.

Padre Zappatore, ricorda quello che accadde  nel Febbraio 2004 balzato alle cronache?

“Certo, eccome. Lo faccio ancora con l’emozione di allora. Fare parlare il Papa in romanesco risultò bello ed anche divertente. Accadde durante il tradizionale incontro del Santo Padre col clero. In quella circostanza ci sta l’ abitudine di rivolgere con biglietti domande al Papa. Io gli feci pervenire un pizzino con la scritta in romanesco, cosa che creò qualche imbarazzo e forse preoccupazione  a coloro che gli erano vicino. Ma Giovanni Paolo II lo lesse  con piacere e persino di gusto, con il sorriso”.

Che cosa dimostra?

“Mi pare indice della sua grandezza, sapeva  entrare nel cuore degli uomini con la massima semplicità. Anche in Ungheria, lo ricordo, egli disse una frase in ungherese, lingua ostica. Quel semplice gesto gli fece conquistare la gente locale”.

Padre Zappatore, lei lo conosceva molto bene..

“Ho avuto questa fortuna e persino privilegio e posso dire che egli è stato un vero, grande, autentico uomo di Dio e la Chiesa infatti lo ha elevato alla gloria degli altari. Ho apprezzato nel corso della visita pastorale che fece da noi il suo carisma. Stessa cosa quando sono stato a pranzo invitato da lui. Parlava con semplicità, ma estrema competenza, di cose ed argomenti complessi. Sapeva   dialogare”.

Padre Zappatore, lei è un amante di musica. Giovanni Paolo II, dal canto suo, che rapporto aveva con la musica?

“La amava ed in particolare apprezzava il Bolero di Ravel. Una sera,  a sorpresa, il suo segretario, il polacco don Stanislaw mi telefonò e chiese se il  coro che dirigevo potesse andare a cantare per il Papa nella residenza estiva. Così fu e risultò una bellissima serata, un’ ora a contatto col Papa che apprezzava la nostra musica e in particolare il Bolero di Ravel che ritmava con le mani”.

Eppure varie volte è stato contestato..

“Sarei preoccupato del contrario. Un Papa, o comunque un uomo di Chiesa, troppo applaudito e gradito, che piace a tutti, ha qualcosa che non quadra. Troppi complimenti da parte del mondo sono segno che devono farci preoccupare e non entusiasmare. Del resto il mondo ha ostacolato e perseguitato Gesù, non gli ha steso tappeti”.

Giovanni Paolo II ha celebrato messa da voi. Che idea ne ha tratto padre Zappatore?

“Aveva un profondo raccoglimento, non di distraeva ed era concentrato. Socchiudeva gli occhi in molte parti della liturgia”.

Bruno Volpe

 

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