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Il noto teologo e professore Monsignor  Antonio Livi non ci sta e replica, con garbo, all’attacco rivolto contro di lui e La Nuova Bussola Quotidiana dal sociologo Massimo Introvigne.

Professor Livi, secondo lei da che cosa scaturisce questo attacco?

“Chiedetelo  al dottor Introvigne, non è del resto la prima volta. Lui lavorava alla Nuova Bussola Quotidiana e qualche volta, ha litigato con me (per motivi teologici, mai personali, si intende). Dopo è successo che il direttore ha deciso di interrompere la collaborazione con lui, cosa della quale io non ho alcuna responsabilità, anche se Introvigne la pensa diversamente da me (io, a differenza di altri, rispetto tutte le opinioni legittime ). Penso che sia un fatto dovuto a risentimento personale e non tanto a motivazioni di natura teologica. Lo comprendo, anche se non me lo aspettavo. Del resto, per valutare esattamente la fondatezza delle affermazioni di Introvigne su quanto io vado dicendo sul dogma e la teologia (soprattutto nel mio trattato su Vera e falsa teologia), si ricordi che lui è un sociologo delle religioni e non un teologo della fede”.

Ma la sua voce non è isolata..

” Questo è vero.  Esiste una specie di corte, ben attrezzata alla propaganda, di pubblicisti (tra i quali annovero anche il vaticanista Tornielli) che hanno scelto a priori di compiacere Papa Francesco, anche nelle occasioni in cui questi cambia la forma o la sostanza della dottrina cattolica, oppure dice o fa cose inaccettabili per chi ha a cuore la Parola di Dio nella sua verità immutabile. Questa corte di adulatori non ammettono alcuna critica da parte di cattolici (laici o sacerdoti, vescovi e cardinali)  che sanno di far parte della Chiesa e di avere una responsabilità per la dottrina della fede, che è il bene comune della comunità dei credenti. Ci si dimentica che esiste un dovere di correzione filiale affinché l’opinione pubblica cattolica non sia traviata o peggio ancora confusa nel giudizio interiore di ciascuno sul bene sul male. Quelle correzioni filiali non rappresentano un atto di ostilità al Papa, come dicono strillando i cortigiani, ma un atto di carità verso tutti i fedeli, a cominciare dal Papa stesso. Occorre evitare che la dottrina sia corrotta da teologia eretica, ed il rischio è molto elevato, oggi più che mai. Tanto è accaduto da quando Giovanni XXIII ha detto che la Chiesa non condanna nessuno. Ma per annunciare la verità di Cristo che la Chiesa ha il dovere di  conservare integra e immutata (per questo ha il carisma dell’infallibilità) , bisogna pur condannare l’ errore, ossia la dottrina contraria alla parola di Dio. E io però devo aggiungere..”.

Prego…

” Che logicamente non ho dubbi sulla santità di alcuni Papi (penso a Giovanni XXIII,  Giovanni Paolo II e al Beato Paolo VI). Ma ogni santo ha nella sua condotta qualcosa di difettoso. Quindi io posso liberamente e doverosamente segnalare, e quando occorre anche criticare, le cose che non vanno dal punto di vista della condotta, quando questa interessa la pastorale”.

La convince la critica di Introvigne?

“No. Dice cose inesatte. Io sostengo e parlo di argomenti scientifici. Affermo e provo con analisi dettagliate che la prima opera sistematica del teologo Joseph Ratzinger (Introduzione al cristianesimo) dimostra che egli allora ebbe una visione storicista della fede e del cristianesimo, i medesimi difetti ed aspetti della teoria di Karl Rahner sulla necessità di una “svolta antropologica della teologia”. Del resto, i due lavorarono assieme nelle università tedesche e poi durante i lavori del Concilio. Pertanto non ha senso metterli, come spesso si fa, in opposizione. Purtroppo la teologia progressista dilaga e i papi degli ultimi tempi non la hanno combattuta come avrebbero potuto e dovuto. In ogni caso, io non accuso (mai lo ho fatto) l’ attuale pontefice di professare l’eresia, semmai di permetterne le diffusione, ossia di favorirla”.

Bruno Volpe

3 pensiero su “Padre Livi risponde a Introvigne: “Gli adulatori di Francesco non ammettono alcuna critica””
  1. Che Ratzinger sia partito modernista è noto, ma che poi abbia corretto il tiro lo è altrettanto. Altrimenti non avrebbe scritto Rapporto sulla fede, non avrebbe collaborato alla Dominus Iesus, etc.
    Introduzione al cristianesimo inoltre è un libro che si rivolge ai non cristiani (Introduzione, appunto) e perciò è normale che, per usare la metafora di San Paolo, vi sia del “latte” per preparare il lettore alla successiva “carne”.

  2. Introvigne, ossia la coerenza quintessenziata. Fu Introvignespedire nel Marzo 2015 una circolare ai membri di Alleanza Cattolica per metterli in guardia contro il Cardinale Burke, Mons. Schneider e Mons. Oliveri, colpevoli di criticare Bergoglio su Amoris Laetitia (vedi qui: https://opportuneimportune.blogspot.it/2016/12/tra-guerra-santa-e-caccia-alle-streghe.html). Vien da chiedersi se l’odierno appoggio del sociologo al nuovo corso bergogliano in materia di morale coniugale rientri nella fattispecie del Cicero pro domo sua, almeno a giudicare da quanto riportato dalla stampa (https://forum.termometropolitico.it/699684-famiglia-cristiana-introvigne-ha-l-amante-cacciato-da-alleanza-cattolica.html).

    In anni non troppo remoti ho assistito personalmente al canto dell’inno della Brigata di Marina “San Marco, San Marco, cosa importa se si muore, quando il grido del valore con i fanti eterno sta?”, al quale erano state cambiate la parole in “San Giorgio, San Giorgio, cosa importa se si muore? Nella guerra del Signore conquistiam l’eternità” (qui: http://www.fundacionspeiro.org/verbo/1973/V-117-118-P-855-858.pdf).

    Evidentemente gli entusiasmi di un tempo – militanza inclusa – si son presto dissolti, seguendo senza fiatare gli ordini dei capi, che oggi paiono più presi dal dar contro ai tradizionalisti (anche i più moderati, come il card. Burke o mons. Schneider) che non dall’opporsi agli errori ed alle deviazioni dei novatori.

    Eppure all’inizio degli anni Ottanta quelli che oggi mendicano strapuntini nelle Curie e distribuiscono patenti di presentabilità conciliare erano a far volantinaggio per Alleanza Cattolica fuori dalle chiese, tenendo ben stretto in mano il libretto di Plinio Correa de Oliveira. Lodevole impegno allora, che non trova però coerenza con le resipiscenze odierne.

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