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Papa FrancescoFin da quando si è insediato, dopo le eccezionali dimissioni di Benedetto XVI, papa Bergoglio ha suscitato domande sulla sua elezione e la sua legittimità. Non spetta a noi dare giudizi. Piuttosto, come docili figli della Chiesa, riconosciamo pienamente l’autorità dell’attuale successore di Pietro.

Noi cattolici, se vogliamo essere fedeli a Cristo, siamo umili e fiduciosi nelle sue promesse: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). E per quanto riguarda il Papa: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli Inferi non prevarranno contro di essa” (Mt 16,16), “Simone, io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,32). “Simone, pasci i miei agnelli… pasci le mie pecorelle” (Gv 21,15.16). Gesù regge il papato, la Chiesa e la storia: Egli è “l’Alfa e l’Omega” (Ap 1,8; 22,13). La Chiesa non è istituzione umana ma divina, per questo regge da due mila anni e reggerà ancora fino alla fine del mondo. C’è Dio in essa e nessuna cosa potrà distruggerla. Non mancheranno mai debolezze, peccati e corruzione, perché c’è la parte umana e la tentazione. Ma essa non potrà vacillare. Oggi, il mare è in tempesta e la barca di Pietro va su e giù e imbarca acqua. Ma stiamo certi che in essa sonnecchia Gesù. Bisogna solo svegliarlo e gridare come gli apostoli impauriti: “Salvaci, Signore, siamo perduti!”. Ed egli disse loro: “Perché avete paura, gente di poca fede?”. Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia. Tutti, pieni di stupore, dicevano: “Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?”(Mt 8,25-27).

Se crediamo al Vangelo, non ci importa più se al timone della barca di Pietro c’è una persona giudicata da certuni poco adatta. Importante è sapere che dentro vi è Cristo. Tutto il resto è relativo e serve solo per farci umili e forti nella fede. Oltre al Vangelo, la presenza di Maria tanto viva oggi nella Chiesa, ci conforta e rassicura: se c’è la Vergine Madre, non potrà mancare il Figlio. E quando tutto ci sembrerà perduto, avverrà il rovesciamento e la piccola “Donna” trionferà. Perché “Dio abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili” (Lc 1,52). Anche Pietro dovrà dire grazie a Maria; Dio la vuole glorificare e tutti vedranno che la Chiesa sarà salvata per l’intervento della Vergine. Facciamo attenzione intanto, a non cadere nelle trappole del Maligno, che trova facile entrare e portare dubbi e divisioni, sconcerto e scandalo, confusione e smarrimento: queste cose non vengono da Dio! Chi si fida di Dio non sarà mai ingannato, perché Egli vigila sui suoi figli fedeli e non permetterà che siano deviati. Egli assiste il Papa, se non altro per fedeltà alle Sue promesse, che non poggiano sulla santità di Pietro, ma su quella di Dio. Il Papa attuale è ben conscio della sua debolezza e dei pericoli che corre; per questo non cessa mai di dire: “Pregate per me!”. Cosa che tutti siamo tenuti a fare, anziché criticare e mormorare.

Quali doveri abbiamo verso il Papa? Ci piaccia o no, il Papa eletto dai cardinali della santa Chiesa cattolica è il Vicario di Cristo e il capo della Chiesa e dunque l’autorità suprema sotto il Cielo. A lui dobbiamo amore di figli nella fede, onore e rispetto di sudditi, ascolto e religiosa obbedienza di fedeli. Nella sua voce dobbiamo sentire quella di Cristo, nel suo pastorale l’autorità del Sommo Pastore, nel suo abito rispecchiato il divino candore e la grazia tutta particolare che lo avvolge. Può peccare il Papa? Sì, come ogni uomo. Può sbagliare? Pure, ma non nelle cose della fede. Può portarci fuori strada? Mai, perché Gesù lo assiste.

Questo è di fede. Chi lo critica, scende dalla “barca di Pietro”, a suo rischio e pericolo. Quale? Quello di negare le disposizioni di Dio e finire in bocca a Satana. Se certuni parlano male del Papa o alterano il suo magistero, stiamo ben lontani da costoro. Anche di Gesù i nemici dicevano che mangiava con i peccatori, accoglieva le prostitute, violava il sabato e diceva di non pagare i tributi a Cesare… La verità è che chi non ha lo spirito di Cristo, non gli appartiene e non lo può capire. Stiamo ben lontano da costoro e viviamo nell’umiltà e nella pace. Pregando per il Papa, partecipiamo al bene che fa e gli attiriamo l’assistenza dello Spirito Santo. L’impulso dello Spirito è ben visibile nella grande carità che questo papa dimostra per i poveri, per tutti gli uomini, soprattutto i deboli, gli esuli, i migranti, i deboli nella fede, coloro che sono usciti dalla Chiesa da secoli, i non-cattolici, i Protestanti, gli islamici, tutti. Vuole accogliere tutti, parlare col cuore aperto a tutti, donare misericordia a tutti, far vedere un Cristo che non giudica nessuno e attrae tutti con bontà e amore incommensurabile.

E quanto alla dottrina? La sana dottrina è ben espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica in vigore, che rispecchia il Magistero di due mila anni. Il Credo, i Sacramenti, i Comandamenti, la Liturgia sono quelli descritti lì e nessuno, neanche il Papa, può alterarli. Se Bergoglio ha espressioni discutibili o fa gesti che sconvolgono, non bisogna vedervi la negazione della Tradizione e del Magistero di sempre, ma l’intenzione santa di tornare al Vangelo, all’essenziale, al cuore dell’uomo, di ogni uomo senza la pretesa di essere giusti, di voler tirare la pietra ai peccatori, di chiudersi in un recinto di persone già salve. Ecco perché egli accoglie tutti, va da tutti, abbraccia tutti coloro che non lo respingono.

Il suo atteggiamento benevolo fa cadere le pietre di mano a tutti e mostra un capo della severa Chiesa Cattolica che non condanna nessuno e cerca di parlare al cuore di tutti per fare entrare sentimenti di amore e percorrere sentieri di pace. Le critiche sulla sua dottrina pastorale a volte sono fondate su principi giusti e inoppugnabili. Ma l’intento di papa Francesco non è quello di fare una nuova dottrina, ma di mostrare l’infinita benevolenza di Dio per tutti gli uomini, a cominciare dai poveri e dai peccatori. In questo egli sta dando esempi che stupiscono persino i nemici tradizionali della Chiesa: i Protestanti, gli islamici, gli atei, i divorziati esclusi dai Sacramenti, gli omosessuali dichiarati, i massoni. Nessuno di questi parla male di Bergoglio, meno di tutti i poveri per i quali ha provveduto in Vaticano bagni, docce, barbiere, biancheria, ostelli, persino macchine per passarvi la notte riparati dal gelo di questi giorni. L’Anno Santo della misericordia è stato una sua invenzione, certamente ispirata da Dio. Quali frutti abbia portato non si sa, a parte il movimento di milioni di pellegrini ai luoghi santi.

Di certo, tutti hanno potuto vedere in atto la misericordia del Papa, Vicario di Cristo, esempio per tutti di ciò che è Dio stesso. Prima che Giustizia, Dio è Misericordia. L’una e l’altra cosa si richiamano e non si possono separare. Ma nel tratto umano e pastorale, questo Papa fa prevalere la Misericordia, pur senza negare la Giustizia. Chi può contraddirlo? Forse che qualcuno non ha bisogno di vedersi giudicare da un Volto misericordioso? Ora sappiamo bene che anche noi saremo giudicati da Dio. Amiamo dunque, questo Papa che la Provvidenza ha posto sul soglio di Pietro. Questo è il Vicario di Cristo. E teniamo la dottrina di sempre, perché la Verità del Vangelo non può cambiare. Infine, preghiamo per lui e per i nostri Pastori, i Vescovi e i Sacerdoti, perché siano tali quali il Signore li vuole: fedeli, amanti del gregge, amanti di Gesù Cristo di cui fanno le veci, conoscitori dei buoni pascoli della Parola di Dio e della Grazia, coraggiosi difensori contro le aggressioni dei lupi rapaci e insomma “buoni pastori”.

 La Madonna ci ricorda a Medjugorje, di non criticarli, perché è Gesù che li ha scelti. Se sbagliano, meglio tacere e pregare per loro. Se vanno fuori strada, meglio non seguirli, ma stare in ginocchio davanti a Gesù nel Sacramento: Lui solo è la Salvezza presente. Il Papa e gli altri Pastori sono uomini rivestiti di autorità sacra che viene da Dio; non abbiamo da difendere l’uomo ma l’autorità che lo investe. L’uomo può avere le sue debolezze, come fu per Pietro e prima ancora per Mosè; ma la loro autorità viene da Dio e Dio solo ne è il Giudice. Chi siamo noi per giudicare il Papa?

Padre Giuseppe Tagliareni

2 pensiero su “Padre Giuseppe Tagliareni: “Chi siamo noi per giudicare il Papa?””
  1. Dittatura dello spirito. E pensare che nel 3 segreto di fatima era tutto scritto riguardo la presa del potere in Vaticano da parte della massoneria

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