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Nella Sala Stampa Vaticana è stata presentata la “Consulta Femminile”, organismo permanente all’interno del Pontificio Consiglio della Cultura. Trentasette le donne che ne fanno parte,  coordinate da Consuelo Corradi, pro-rettore alla ricerca e ai rapporti internazionali dell’Università Lumsa di Roma.

Per l’occasione, presente anche il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il quale dichiara: “Fino a poco fa non c’era nessuna donna a livello dirigenziale nel Pontificio Consiglio della Cultura, mancava dunque l’immagine di Dio nella sua completezza”.

Variegato e autorevole è l’universo femminile rappresentato dalla Consulta. Sono docenti, giornaliste, attrici, mamme, direttrici di case circondariali, teologhe, deputate, medici, atlete e tanto altro, per supportare una discussione sull’evoluzione dei ruoli, troppo spesso relegata a logiche arcaiche.

Da Monica Maggioni a Fiona May, da Maria Rita Parisi a Nancy Brilli, da Ida Del Grosso a Lavinia Biagiotti e Mariella Ecoc e così via, per riunire un gruppo di donne che, per storie e culture differenti, possano confrontarsi e progettare insieme.

Ma cosa aggiunge al Dicastero, la presenza di una Consulta formata da donne? Come afferma lo stesso Ravasi: “Il loro contributo potrebbe essere segnalato a due livelli. Da un lato certamente sui contenuti; alcuni contenuti che non avevamo previsto e che fanno parte di più della loro esperienza femminile, della loro esperienza di lavoro, anche laica. Il secondo aspetto – aggiunge il Porporato – è quello dello stile: riuscire a introdurre, per esempio, una lettura molto più globale, colorata, della realtà e dei temi che noi affrontiamo, facendo perdere un po’ quell’analisi che è solo squisitamente teologico-filosofica, propria del linguaggio ecclesiale”.

Dario Cataldo

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